Acquasanta: breve guida per papille curiose

da | Lug 1, 2010

Sulla linea ferroviaria che va da Genova ad Acqui Terme, che tante volte ho preso per andare al paesello piemontese da cui proviene una metà della mia famiglia, il treno si ferma anche alla stazione di Acquasanta. È una di quelle stazioni di cui all’inizio non si capisce il perché, piazzate così come sono in mezzo al nulla. Anche la precedente Granara (per chi viene da Genova) e la successiva Mele, danno la stessa sensazione. Dal finestrino del mio vagone, cercando di capire se chi scendeva avesse una casa o vivesse sui castagni, vedevo solo verde e i due grandi cupoloni del Santuario di NS dell’Acquasanta. Quella fermata è rimasta per lunghi anni un luogo dell’immaginario e della fantasia per me. Fino a quando non sono andato a scoprire cosa c’è là sotto.

Ad Acquasanta ci si arriva prendendo la statale del Turchino (SS256) – quella della Milano-Sanremo – da Genova Voltri. Dopo pochi chilometri si imbocca un bivio sulla destra: ancora 5 Km circa et voilà. Non esiste un vero e proprio centro. Le case di stendono lungo il fiume Leira – che tante cartiere ha animato nei secoli scorsi – e poi sulle colline circostanti. Vero protagonista è il Santuario – oggi un po’ sgarrupato – con il suo immenso piazzale circondato da alberi secolari. Ci sarebbero anche le terme, ad Acquasanta, perché proprio sotto l’edificio religioso c’è una sorgente di acqua solforosa. Sono anni che fanno lavori e ne annunciano l’apertura. Aspettiamo con ansia.

Visto che siete interessati alle papille, qui potete trovare alcuni piccole-grandi soddisfazioni gastronomiche.

OSTERIA DELL’ACQUASANTA
via Acquasanta, 281 • tel. 010638035
A pochi metri dal Santuario, ecco questa osteria, conosciuta da molti come quella de i ragazzi. Ragazzi non lo sono più, ma ci sanno fare, proponendo piatti classici a prezzi onesti. Prendete i ravioli alla genovese, o i tagliolini con sugo di puntine di maiale alla Barbera o ancora i tortelli di salsiccia con extravergine e Parmigiano Reggiano. Di secondo, ottimo il coniglio alla ligure, così come Reale di vitello con fonduta e nocciole (magari non d’estate, dai!) o carpaccio di manzo con Nostrano del Tonale. E prima dei dolci (o in sostituzione) assaggiatevi il piatto dei formaggi: è un pezzo forte della casa. Si beve anche discretamente. Il conto galleggia sui 30 euro, per quattro piatti.

DRIA
piazzale del Santuario di NS Signora dell’Acquasanta • tel. 010638086
Proprio sotto i portici del Santuario trova spazio una figura mitica dal panorama gastronomico locale. È Dria, storico gestore dell’omonima osteria. Ravioli al tocco (ragù di carne), mandilli de saea (con prescinseua), brasato al Barolo: ecco la terna magica di Dria, servita come sempre senza risparmio nelle porzioni (mastodontiche) e con un prezzo alla portata di tutti. Nelle giornate primaverili ed estive, mangiare all’aperto sotto le volte del Santuario è impagabile.

LA MADIA
via Acquasanta, 242 • tel. 010638019 – cell. 3490876444
La Madia è poco più sotto: qui l’atmosfera è meno rustica. Nel menù si trovano i piatti della cucina ligure ed italiana di terra, con una buona lista vini. Piatti curati (veramente ottimi gli sformatini di verdure come entrées), oste gentile e rapido.

Come non dire qualcosa della ‘perla’ di Acquasanta: la Società di Muto Soccorso “Libero Pensiero”, per tutti “La Società”, dove si va a far colazione con focaccia e cappuccio al mattino, a prendere il caffè dopo pranzo, la birretta dopo lavoro, dove si vedono la partite le domenica (con democratica alternanza tra Genoa e Sampdoria). Dove per un euro o poco più ti danno una coppetta di gelato che non finisce più, per pochi cent il più classico dei “gottini” di rosso o gianchettu.
Ah. Prima di andare via comprate i canestrelli di Barro Sandra (scritto proprio così, cognome – nome), una bomba di burro e zucchero, una vera delizia per le vostre papille.

Autore

Daniele Miggino

Lavora sul web sotto diverse spoglie da svariati anni. Mezzo piemontese e mezzo lucano, è nato a Genova. Nella sua stirpe si trovano contadini e zii d’America, osti e viaggiatori. Sarà per questo che è uscito fuori così.

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