E per dessert i Pink Floyd

da | Dic 19, 2011

Metti i tre papilli, due amici, e una buona cena. Anzi, una cena grandiosa. Un breg di Gravner spacciato da @fiorenzosartore, lo champagne superb(ì)o di André Beaufort, una sequenza di salumi da salivazione immediata – culatello, culaccia, lardo di Arnad commovente, petto d’anatra affumicato e il salame del contadino amico – un piatto di resistenza (faraona al mandarino, presto su questi schermi se @alxricci mantiene le promesse) e ancora il dolcetto 2001 di @sanfereolo, verticale di parmigiani da 36 a 48 mesi vinta per acclamazione dal 45, e doppio piatto da portata con formaggi italo-francesi con sauternes d’ordinanza. E temo di aver dimenticato qualcosa.

Scusate se ho infranto la mia regola di non fare elenchi sboroneggianti, ma volevo ricreare l’effetto nirvana.

Perché poi la ciliegina sulla torta è stata un’altra. E cioè che satolli ci siamo spiaggiati sul divano e la puntina del giradischi ha cominciato a diffondere Echoes nell’aere. Ora, fra i papilli si contano un serio malato di Pink Floyd e un amante dei Pink Floyd, che fa coppia col generoso padrone di casa e del vinile.
La serata è dunque scivolata in una nube di cicchetti e disquisizioni se gli orologi di Time li avesse registrati Alan Parsons o Chris Thomas (a proposito: Alan Parsons) o se il wall of sound di Rick Wright rendesse meglio in Meddle o The dark side of the moon. Puro sollucchero.
E fu sera e fu mattina.

Certo, non è necessario amare i Pink Floyd per godere fisicamente della musica: ognuno di noi ha le sue preferenze, noi abbiamo questa, ma il discorso è un altro. È che il binomio cibo-musica andrebbe esplorato meglio e di più. Non dico nulla di nuovo, c’è gente bravissima che lo ha già detto e fatto, come Enofaber o Stefano Caffarri.

D’altronde se la musica è sempre stata legata al sesso e il cibo pure, vuol dire che come minimo sono parenti.

Autore

Giulio Nepi

44 anni, doppio papà, si occupa da aaaaanni di comunicazione web. Genovese all’anagrafe ma in realtà di solide origini senesi, ha sposato una fiamminga francese creando così un incasinato cortocircuito di tradizioni enogastronomiche

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