Collezionare utepils: 15 piccoli piaceri enogastronomici

da | Mag 22, 2014

UtepilsUtepils. È il nuovo mantra papillo, dopo che su Repubblica.it abbiamo scoperto l’esistenza di questa parola norvegese, che racchiude in sé un concetto bellissimo: stare all’aria aperta in una giornata di sole bevendo una birra. Insomma, uno dei nirvana possibili. Ma non l’unico. Ecco i miei utepils, i miei nirvana, le mie debolezze. Un luogo più una situazione più un cibo o bevanda. In ordine sparigliato.

1) Milano, stadio San Siro, 2003. Concerto di Bruce Springsteen. Panino alla frittata di ortiche fatta da mammà. Utepils da 10 e lode.

2) Sestri Ponente, focacceria Simonitti. Venerdì notte, tra le tre e le cinque. Focaccia genovese appena sfornata. (La focaccia di Simonitti è appena discreta, al mattino poco più che sufficiente. Ma di notte, al termine della notte, ha tutto il suo perché). Utepils da fame chimica.

3) Qualsiasi pub del mondo, estate. Mezz’ora dopo una partita a calcetto tra amici. Qualsiasi birra ben fredda, non troppo alcolica, leggermente luppolata. Ancor meglio se il publican di riferimento è un convertito al sacro mondo delle birre artigianali. Utepils ricorrente.

4) Gatto Nero (bar), Genova Voltri, anni d’oro (2000 – 2005). Intorno a mezzanotte, al bancone: da una parte il compianto Rocco, dall’altro Marco. Bersi una hollandia (solo per le serate di extra gala, una chouffe alla spina) accompagnata da un ciccio sacco (panino). Utepils nostalgico.

5) Carrù. Secondo giovedì di dicembre, sette del mattino, fiera del bue grasso. Ingollare dopo il caffè una tazza bollente di brodo di bue grasso. Utepils umami.

6) Modica, piena campagna. Pomeriggio assolato, nel caseificio di Floridia Rosario. Mangiare con le mani la ricotta da latte di vacca Modicana, ancora calda, appena fatta. Utepils orgasmico.

7) Brasov, nel cuore della Romania, monte Tampa. Quattro del pomeriggio. Merenda in caratteristico rifugio con stufato d’orso. Dopo più di dieci anni, ancora in fase di digestione. Utepils selvaggio.

8) Benentini, frazione di Dego, provincia di Savona. Un sabato a pranzo, stagione primavera-estate. Le pizze dello zio Gianni, cotte nel forno a legna. Utepils familiare.

9) Roquebrune Cap Martin. Salone dell’hotel ristorante Vistaero. Sorseggiare un Manhattan con le luci di Montecarlo ai tuoi piedi. Utepils d’alto bordo.

10) Corsica, Santa Reparata di Moriani. Uno dei qualsiasi 365 pomeriggi dell’anno. Bersi un pastiz nel bar del paese (che è – incidentalmente – anche la cantina di uno dei quarantacinque abitanti del borgo). Utepils a sorpresa.

11) Lisbona, Pavilhao Chines. Un locale – collezione, da far perdere la testa. Sorseggiare un Churchill cocktail (3 parti di Scotch whisky, 1 parte di succo di lime, una parte di triple sec, una parte di vermouth dolce). Utepils altrove.

12) Cucina domestica. Tre amici di vecchia data. Una carbonara – o una aglio olio e peperoncino – da mangiarsi fraternamente nella stessa ciotola (mezzo chilo di pasta). Utepils comunista.

13) Cucina domestica (variante). Tre amici di vecchia data. Una bottiglia di barbera contadina (o un barolo di Rinaldi). Utepils da blood brothers.

14) Letto matrimoniale. Con la propria donna (specie se ai primi incontri). Cioccolato o altro ingrediente a piacere, per reciproco divertimento. Utepils sporcaccione.

15) Letto matrimoniale 2.0. Con la propria figlia, tra i 3 e i 6 anni. Mangiare biscotti guardando assieme per la milionesima volta Robin Hood. Utepils definitivo.

Autore

Alessandro Ricci

Sotto i 40 (anni), sopra i 90 (kg), 3 figlie da scarrozzare. Si occupa di enogastronomia su carta e web. Genoano all’anagrafe, nel sangue scorrono 7/10 di Liguria, 2/10 di Piemonte e 1/10 di Toscana. Ha nella barbera il suo vino prediletto e come ultima bevuta della vita un Hemingway da Bolla.

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