Natale last minute: cosa regalare (e non regalare) – edizione per gourmet

da | Dic 20, 2010

Vi manca ancora qualche regalo natalizio e l’ansia di non farcela inizia a circolare nel vostro cervello? Take it easy. Se vi può far star bene, io non ho ancora fatto un regalo, quest’anno. E non so nemmeno quando avrò tempo per farli. Ma non sono per nulla preoccupato. E, sono quasi sicuro, riuscirò ad arrivare pronto al 25. A darvi una mano, ci pensa questa lista di regali. Adatti a chi perde la testa per il culo grasso di un bel bue o si delizia dei tannini duri di un barbaresco old style. Ma anche a chi sì, cibo e vino sono tanta roba, ma…non esageriamo! E infine a chi del cibo, e del vino, importa meno che zero: potreste provare sempre a riportarli sulla retta via…

SidecarAccessori per il vino

IN • Una buona idea è certamente il bicchiere in cristallo nero da degustazione. Un regalo per appassionati duri e puri, da sorprese (all’assaggio) assicurate. Ma noi siamo rimasti folgorati dagli accessori per trasportare il vino in auto di quest’azienda: Sport Wagon, Boxter, Monoposto, Sidecar. Forse non indispensabili, ma meravigliosamente belli. Unico rischio: dopo aver allacciato la cintura del sidecar che abbraccia la preziosa bottiglia, potresti dimenticarti che devi assicurare anche quella del bambino…

OUT •
Il wine-bar sotto casa ne è pieno. Confezioni regalo con una o due bottiglie di vino, e serie di accessori inutili allegata. Perché, diciamolo, se il cavatappi da sommelier è cosa buona e utilissima, e il termometro da vino qualche volta (rara rara rara) puoi anche utilizzarlo, di tutti gli altri, che te ne fai? L’anello salvagoccia non se po vedè, il tappa vino è l’oggetto meno usato al mondo (ma quando succede che una bottiglia rimane lì a mezzo servizio?), i dischi dropstop (quelli che bisogna inserire nel collo della bottiglia per facilitare la mescita) sono eccitanti come un balletto di Nonna Papera, il tastevin è una medaglia al merito che possono portare solo vecchi e nostalgici generali in pensione.


 

Il Siccagno di Arianna OcchipintiLa bottiglia di vino

IN • Tutto quello che è vinoverista è in. I fanatici delle puzzette da cantina potrebbero sfidarsi in un campionato internazionale di assaggi e sniffate macchiate da odori un filino poco gradevoli. Arbitro Leopold Von Sacher-Masoch. Ma i vini naturali, è vero, hanno un’anima riconoscibile e fiera, e se fatti bene una marcia in più. E allora ne citiamo due, così, tra i tanti: il Fiano d’Avellino Don Chisciotte di  Guido Zampaglione, e il nero d’Avola Siccagno di Arianna Occhipinti. Se invece vogliamo scivolare tra le bottiglie da sogno, impossibili, ecco quella definitiva: lo champagne più vecchio del mondo.

OUT •
Non bisogna spendere 100 euro per una buona bottiglia. Ma neanche 50. Nell’enoteca giusta, nella fascia 20-30 euro puoi portare a casa bottiglie interessantissime, magari poco note. Il nostro consiglio è chiaro: se vuoi regalare una bottiglia ad un appassionato, prova a sfuggire dai soliti noti. E se non sei competente, affidati ad un buon enotecario. Sono lì per questo. Poi, se proprio vuoi, spendi due o tre centoni per il Monfortino di Giacomo Conterno. Chi me lo regala ne vince un bel sorso!


 

Il prodotto enogastronomico

IN • Per un gastrofanatico certi cibi sono da salivazione immediata, più preziosi dell’oro bianco, più erotici di Scarlett Johansson (vabbè, dai, non esageriamo: sempre meglio la divina Scarlett…). Io, ad esempio, perdo la testa per i formaggi. Certo, regalare un pezzo di formaggio può sembrare brutto. Per me, non lo è. E se vi presentate con una forma di Fatulì dell’azienda agricola Maffeis potrei commuovermi. Vuoi mettere la storia delle capre bionde dell’Adamello, la dolce affumicatura, la rarità di un formaggio del genere? Impagabile.

OUT •
Non c’è un prodotto out. No. Ma un genere. Quello dei cesti preconfezionati con zampone, bottiglia di spumante, lenticchie, torroncini, cioccolato, sugo di cinghiale e chi più ne ha, ne metta. Sono anonimi a vedersi, e per nulla golosi all’assaggio. Da evitare assolutamente.


 

coltelliL’accessorio da cucina risolutivo

IN • Amici, parenti e conoscenti mi conoscono bene. L’anno scorso ho ricevuto in regalo due bei tegami in terracotta, un tegame fantastico in rame, il termometro da cucina, due coltelli con la lama in ceramica. Oggetti utili in cucina, che danno soddisfazione. Devo ammettere che un cuoco (o chiunque si ponga ai fornelli) senza un coltello adeguato sia veramente poca cosa. Libidinoso sminuzzare le verdure con facilità irrisoria, conturbante tagliare una bella costata senza il minimo sforzo. Il mio voto va dunque ai coltelli. Se non di ceramica (il rischio di rottura della lama in caso di caduta è molto alto, e costano una cifra), in acciaio forgiato, che troverete nei negozi specializzati in accessori per la casa.

OUT •
Può essere utile se devi preparare tutti i giorni una cena per almeno quaranta persone (leggasi ristorante). Ma del pelapatate elettrico da cucina casalinga, veramente, non ne sentivamo la mancanza.


 

Spazzola rotante raccoglibricioleL’accessorio da cucina inutile, ma da avere, assolutamente!

IN • L’esperto, qui, è Giulio Nepi, che ogni tanto ci regala qualche perla con i suoi oggetti scovati sul web. Quello che preferisco non è esattamente un accessorio da cucina, ma è da possedere assolutamente. E’ la serratura da sommelier. Bella, no? Anche se la banana, unico frutto dell’amor non è da meno, vero?


OUT •
E’ inutile, e poi inutile. E anche inutile. E ancora, inutile. Il problema è che non è neppure bello. Parlo della spazzola rotante raccoglibriciole. Se sul tavolo ci sono cento briciole, dopo cento passaggi della mitica spazzola rotante raccoglibriciole, ce ne saranno 99. Perché una, nel movimento, è caduta per terra. (Attenzione, chi possiede il raccoglibriciole elettrico è fuori categoria…)


 

bicchieri cognacGlass design

IN • Due proposte, agli opposti. Guardate che belli questi bicchieri da cognac, dalla forma pura e leggera. Più economica (che se si rompe un bicchiere non diventa un gran problema) la serie Ivrig dell’Ikea. A 2,49 euro al bicchiere, puoi scegliere tra due bicchieri dell’acqua, un calice da bianco e uno da rosso. E il servizio da 12 non diventa un salasso…

OUT •
Qui non indichiamo un bicchiere, ma diamo solo qualche consiglio. Per il bicchiere da acqua, evitate quelli troppo spessi. Magari si rompono più difficilmente, ma sono brutti e scomodi… Per i bicchieri da vino, no a quelli colorati. E se anche non sono di cristallo, l’importante è che siano a calice. E della forma adatta al vino in tavola (dunque, no ai ballon per un bianco…)


 

Vino al VinoIl libro

IN • Davanti alla caterva di libri sulla cucina, di cui si potrebbe fare decisamente a meno, segnaliamo due titoli invece interessanti. Uno è un grande classico, un libro precursore, una lettura basilare: Vino al vino di Mario Soldati. Il secondo è la novità del 2010 nelle guide del vino. Parliamo di Slow wine 2011, la guida di Slow Food ai vini d’Italia. Con un approccio senza voti, e più spazio alle storie di cantina, una buona guida per andare in giro tra cantine (e scaffali).

OUT •
Già criticato con garbo da Fabio Molinari, eccolo qui il libro di cucina più inutile al mondo: Oggi (vi) cucino io – Viaggio nella cucina regionale italiana.  L’opera culinaria del grande (vabbè, non in altezza) ministro Brunetta.

Autore

Alessandro Ricci

Sotto i 40 (anni), sopra i 90 (kg), 3 figlie da scarrozzare. Si occupa di enogastronomia su carta e web. Genoano all’anagrafe, nel sangue scorrono 7/10 di Liguria, 2/10 di Piemonte e 1/10 di Toscana. Ha nella barbera il suo vino prediletto e come ultima bevuta della vita un Hemingway da Bolla.

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