C’è gente che prende le ferie apposta, gente che esce a notte fonda per essere il primo a vederli quando sorge il sole, gente che non dirà mai neanche sotto tortura in quale angolo di bosco va a trovarli, gente che ci si compra la macchina nelle annate buone. È tempo di funghi, una vera mania gastronomica, ma anche sportiva ed economica, un’avventura e una scommessa con la natura, una vera gara, una caccia al tesoro che fa impazzire un sacco di gente.
L’anno scorso è stato un anno eccezionale: se uno si fermava a pisciare in una piazzola dell’autostrada rischiava di trovare un porcino, tanti ne sono venuti. Ma in genere la cerca è ben più difficile.
Magica alchimia prodotta da umidità e calore, da habitat adatti, il fenomeno del fungo attira un po’ tutti, anche chi non lo mangia. Magari per farsi una passeggiata tra i castagni, i faggi, le querce. Oppure per cucinarli.
In tavola, infatti, sono già arrivati, e con loro le infinite discussioni su quali sono buoni e quali no, su quelli che forse si possono anche mangiare ma chissà. Qui trovate una lista esauriente, con tanto di immagini, delle specie ghiotte e di quelle che vi faranno passare il pomeriggio sul cesso, o peggio ancora. Io, per esempio, anni fa mi son fatto una due-giorni in ospedale per aver mangiato funghi buoni, ma nati vicino a fratelli ‘cattivi’. Nulla di grave, non a caso vengo da un pranzo iniziato con ovoli crudi e finito con porcini fritti.
In Funghi e paesaggi, invece, trovate le foto di Enzo Colabella – del gruppo micologico telelematico AMINT e de I Terruncielli (accolita di amici fungaioli campani) – che ha due grandi passioni: i funghi e la natura. E fa pure belle foto.
Nel frattempo si dice che questa settimana sia decisiva per capire che stagione sarà. Ha fatto caldo, ha pure piovuto. Ma ora è arrivato il vento. Ma poi forse si ferma. Chissà. Si va a fare un giro per controllare ad occhio nudo se la terra ha dato i suoi frutti.