O per chiunque per lavoro o contingenze ambientali tende a tornare a casa leggermente alticcio.
Siete reduci da una verticale di baroli? Avete appena visitato la cantina di quel produttore nel Chianti spipettando un gotto da ogni botte? O più semplicemente avete appena finito di riscrivere il destino del pianeta arrogandovi il diritto di un’accurata pulizia etnica, davanti ad una, due, tre, enne birre?
Bene, allora saprete che al momento di rientrare in casa – prima di notare il curioso effetto del soffitto sopra il letto che tende a girare su se stesso in direzione antioraria – avrete il problema di centrare le tre o quattro serrature che hanno preso il posto dell’unica solita. Un esercizio complesso che quando va bene comporta la perdita di diversi minuti e, quando va male, può scatenare raptus rabbiosi in grado di causare la rottura della chiave (un classico) o crisi depressive che terminano con la rinuncia e la dormita in giardino (posso fornire nomi e cognomi).
A questi problemi ha dato una risposta l’anonimo inventore della serratura a prova di tasso alcolico. Per ora è solo un concept, ma se entrasse in produzione io saprei a chi regalarla.