Food fight: guerre da mangiare

da | Mar 27, 2010

Alzi la mano chi di voi non ha mai nemmeno una volta giocato a Destra-Sinistra-Centro, quella pirlata per cui di tira fuori un oggetto, un modo di fare o di essere, e si decide a che schieramento apparterrebbe. Una versione particolare del concetto si vede in questo bellissimo video della Tourist Pictures, Food Fight, prodotto da Stefan Nadelmann, in cui le guerre dal secondo conflitto mondiale a oggi sono rappresentate con i cibi tipici delle Nazioni protagoniste.

C’è il nazistissimo bretzel con bratwurst, l’hamburger della libertà, l’Olocausto del matzo e il croissant invaso nel ’40. C’è il fish and chips che fa sempre comunella con l’hamburger, il manzo alla strogonoff per lungo tempo alleato degli spring rolls e del cuban sandwich in nome del comunismo. Poi c’è il sushi kamikaze e i guerriglieri del kebab (nonché i fondamentalisti del falafel). Qualcuno ha armate diverse: all’hamburger si affiancano batterie di chicken nuggets e i potenti fried chicken sandwich.

Dall’invasione polacca a quella francese, dall’attacco alla Russia a Pearl Harbour, dall’atomica alla crisi di Cuba, la guerra fredda, i nuovi conflitti mediorientali, fino alle due torri e alla perenne tensione in Israele. A guardare bene il filmato ci sono tutti i fronti maggiori degli ultimi decenni.

E pazienza se vi piace il wurstel uncinato o andate matti per lo strogonoff fatto con i bambini invece che con il manzo. Affrontare temi su cui c’è poco da scherzare con spassosa ironia, ci fa pensare che la cultura materiale unisce più di quella politica.

Ps: prima di vedere il video mi aspettavo di trovare almeno un piatto di arditissimi spaghetti, nella prima parte ci stavano tutti.

pps: comunque se io fossi un insegnante di storia li troverei 5min per far vedere Food Fight.

Autore

Daniele Miggino

Lavora sul web sotto diverse spoglie da svariati anni. Mezzo piemontese e mezzo lucano, è nato a Genova. Nella sua stirpe si trovano contadini e zii d’America, osti e viaggiatori. Sarà per questo che è uscito fuori così.

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