Travaglini, Gattinara Riserva 1999

da | Dic 23, 2010

Ci sono vini che si lasciano per le serate speciali, quei vini che si rischia di perdere per una cattiva conservazione, per la troppa attesa per quel momento che non arriva mai. Quando presi questo vino, circa tre anni fa, non pensavo al momento di berlo. Poi arrivò il giorno, il momento in cui quella bottiglia dalla forma che sai farà un effetto sicuro ti occhieggia dallo scaffale. E il momento scatta. Ora nonostante la mia insipienza di allora nel conservarlo ha retto bene all’usura del tempo, nonostante il tappo sia stato faticoso da estrarre. Una volta versato nel bicchiere, il colore era ancora vivo, sgranando solo un po’ verso l’aranciato nell’unghia com’è d’obbligo per i vini da uve nebbiolo. Al naso la prima sorpresa: i profumi di frutta rossa matura sembrano cedere il passo a una speziatura imponente. Già, chi l’avrebbe mai detto che un nebbiolo del nord del Piemonte potesse imporsi con queste suggestioni orientali, dove a spiccare, inusitatamente, è la cannella. In bocca la sorpresa è ancora più grande, sentendo il tannino quasi aggressivo, l’acidità ancora viva e una salinità decisa, che sa di altre terre. Siamo ai vertici dell’enologia, senza neppure accorgermene, un vino che sapevo grande si dimostra senza età, perfetto in ogni sua espressione.
Ho voluto iniziare così questa rubrica dedicata al vino, con questo Gattinara importante, ma non ancora celebre come meriterebbe. Un vino fuori dalle rotte dei nebbioli più battuti, una sorpresa che non avresti il coraggio di aspettarti. Non so dire quanto costerebbe un Riserva 1999 – se ancora qualcuno può vantarsi di averlo – so soltanto che nel berlo mi sono venute in mente le parole che Orengo aveva dedicato al Roche d’Ampsej di Correggia: un vino epico.
Il consiglio è berlo in una serata speciale, al di là degli abbinamenti, un vino da condividere con le persone più importanti. Perché questo sarà il vino con cui raccontare di sé, della propria vita. Un vino adulto, ma capace d’invecchiare, che resta con una lunga persistenza come un pensiero che non si vuole abbandonare.

Autore

Fabio Molinari

L’unica persona sera in questa gabbia di matti. È un po’ che non scrive su Papille, ma ci ha lasciato bellissimi pezzi su vini, posti in giro per l’Italia e cazzabubole

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