Dice: andiamo a mangiare pesce buono. E andiamo. Fuori dai giri “in” del capoluogo ligure, a Sampierdarena, si va alla Trattoria Serra. “Locale tipico dal 1885”: che fa sempre un certo effetto. Si sa che il patron blucerchiato Riccardo Garrone va a mangiarci qualche volta, e magari ci scappa anche uno scopone per il ruttino. Ma dentro si trova anche una foto del rossoblù Mimmo Criscito. Par condicio per le fedi calcistiche.
Un posto che ha superato il secolo di vita non ha bisogno di farsi il belletto per attirare clienti. Serra, infatti, ti accoglie con un ambiente semplice – stile trattoria casalinga – richiami marinareschi improbabili e di ogni tipo. E già ci troviamo a nostro agio.
Il menù dell’aficionado recita: antipasto di mare e grigliata, sempre di mare. L’essenza. Il primo propone una carrellata di crudité, grigliati e umidi. Andiamo con ordine: ostrica, acciuga, polpo, spada affumicato. Poi: cannolicchi, fasolari, cappesante grigliate. Infine: cozze alla marinara, vongole. In stagione giusta appaiono i bianchetti, le lumachine. Come primi gnocchetti verdi alla polpa di riccio o con bottarga. Nella grigliata si presentano scampi, gamberi, spada, tonno, moscardini, totani. E siccome è venerdì: stoccafisso alla ligure.
E ora dico un’eresia per tutti i sommelier nei dintorni. Abbiamo preso un litro di vino bianco della casa in caraffa. Che un ristorante del genere abbia la caraffa è già una notizia, comunque.
Nessuna sorpresa tra i dolci, che vanno dal tiramisù in giù.
Punto uno: indubbia qualità del pesce e di come è cucinato. Che non è poco.
Punto due: la lunga storia del posto ha portato a dimagrire la porzione e ingrassare il conto (da fonte affezionata).
La spesa per due portate, dolce, caffè, ammazza caffè è di circa 40 euro a testa. E senza scopone.