Ostaia da ü Santü

da | Mag 24, 2016

Qualche anno fa, una sera di mezza estate la truppa papilla conquistò la cuoca dell’Ostaia da ü Santü con il timo limonato. Ebbene sì. C’era un piatto di acciughe alla ligure in insalata con un ché di citronato, ma non era l’agrume. Alla fine il papillo Giulio ci chiappò, era l’erba aromatica ibrida. Standing ovation e giro perlustrativo nel giardino dove sono coltivate le piantine.

Da tempo questa osteria è una delle nostre mete preferite, e non solo nostre, visto che Slow Food l’ha chiocciolata anche quest’anno. Siamo sulla penultima collina prima della fine di Genova, lato ponente, sul cucuzzolo che accoglie Villa Duchessa di Galliera con tanto di Santuario famigliare (ü Santü, per l’appunto): piena campagna nonostante l’autostrada poco lontana. Ambiente accogliente, verdeggiante, famigliare, poco pretenzioso ma curato. Uno splendido dehors per l’estate, all’ombra dei graticci e delle viti, e le piccole salette della vecchia casa rurale per i pranzi invernali.

La cucina è senza dubbio ligure, sobriamente rivisitata e ben presentata. Tra le portate che abbiamo assaggiato, dei mandilli al pesto irreprensibili, le picagge all’ortica col sugo di verdure dell’orto, e dei grandiosi ravioli di borragine al sugo di noci. E poi le trippe in umido con fagiolane, stoccafisso con noci e pinoli, coniglio in insalata con aceto balsamico, arrosto di agnelletto commovente. Le acciughe alla ligure in insalata, e torniamo alla storia del timo. Una menzione speciale va fatta per il cappon magro (proposto nel periodo natalizio), veramente delizioso. Non li abbiamo mangiati tutti insieme eh! E nemmeno nella stessa stagione.
Fra i dolci, grandi classici caserecci come lo zabaione (con fragole o canestrelli), crostate e piatti vintage come la zuppa inglese.

Inutile dire che c’è un’attenzione particolare nella selezione delle materie prime (che d’estate arrivano direttamente dall’orto). Stessa cura anche nella carta dei vini, con piccole cantine liguri e piemontesi: ci è capitato di assaggiare una granaccia di Innocenzo Turco e l’amato Barbera d’Asti di Franco Roero in edizione speciale rinominato Il Professore per ricordare Giovanni Rebora, docente di Storia economica all’Università di Genova, uno dei massimi esperti di cultura gastronomica occidentale.
Servizio serafico, ma d’altronde se vi siete arrampicati fin qui, meglio godersela.

Come si arriva da U Santu? Dall’uscita dell’autostrada Genova Voltri prendete la direzione di Arenzano. Arrivati alla fine di Voltri (capolinea del bus 1) girate a destra in direzione dell’ospedale e poi a sinistra scavalcando una galleria autostradale (il bivio è segnalato). È una strada piuttosto stretta, clacsonate senza pietà ché se incrociate qualcuno sarà un duello a chi deve fare retromarcia. Bastano un paio di chilometri e ci siete.

La spesa per un pranzo di tre portate si aggira intorno ai 30 €, vini esclusi, che hanno tuttavia ricarichi onesti.

(articolo del 9 dicembre 2010, aggiornamento del 24 maggio 2016)

Ostaia da ü Santü

Indirizzo: via al Santuario delle Grazie 33, Genova Voltri
Telefono: 010 6130477
Giorno di chiusura: domenica sera, lunedì e martedì
www.ostaiadausantu.com

 

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Autore

Daniele Miggino

Lavora sul web sotto diverse spoglie da svariati anni. Mezzo piemontese e mezzo lucano, è nato a Genova. Nella sua stirpe si trovano contadini e zii d’America, osti e viaggiatori. Sarà per questo che è uscito fuori così.

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