E il gelato allo zabaione di Profumo conquista anche Mr. Criollo

da | Lug 27, 2016

Metti un giorno a Genova di sole e afa, metti un giornalista-insegnante-esperto di relazioni interculturali tra Francia e Italia, metti un maestro del gusto a km0, metti me che mi ci tuffo in mezzo ed ecco lì che il gioco (golosissimo) è fatto.

Ma partiamo dal principio. Domenico Biscardi, noto cervello in fuga ormai tra le fila parigine per competenza e prestigio, insegnante ed egregia eminenza della pasticceria e cioccolateria di altissimo livello internazionale grazie alla sua creatura, il Club Criollo, sbarca a Genova e noi lo accogliamo a dovere. Specifico: io e la fedele amica Camilla di Riprendiamoci Genova (gente che ci tiene davvero al lido ligure, sapevatelo, nda) lo assaliamo con milioni di visite obbligate e quintalate di prelibatezze tipiche che lui, cortese come solo un eminenza in visita sa essere, incassa, gestisce e digerisce (almeno pare) adeguatamente.

Scappate tra vicoli e lanterne, lo facciamo salire tantissimo, scendere ancora di più, ingurgitare enormi quantità di cibi vari, sapori, dolci, salati e… alla fine, esausto ma ancora in piedi, incontra Lui. Lo Zabaione di Mr Profumo. Maurizio Profumo, osannato mastro pasticcere di lunga tradizione familiare prima e poi vincitore per la seconda volta della miglior crema al suddetto sapore in Italia, si incontra e scontra con Domenico (un po’ come Mirko e Licia, ma senza Cristina D’Avena in sottofondo, bensì l’amorevole vastità di dolci melodie del laboratorio di Vico Superiore del Ferro).

Domenico, annusa il gelato, ne verifica consistenza, compattezza, colore, fino ad assaggiarlo e al primo colpo azzeccarne provenienza e fornitore. Chiede, si informa e indaga su questa quintessenza della perfezione e semplicità, il Gelato di Profumo.
Assaggia(mo) gusti, profumi di Italia e un po’ più in là, mi perdo nell’ingordigia di dover sperimentare tutto, io, che non annuso e tantomeno guardo, ma il gelato lo ingoio tutto intero a mo’ di squalo bianco, fino a provocarmi l’arcinoto mal-di-testa in centro fronte. Pura bellezza e amarcord. Esteticamente, un lord vs un cinghiale.

Inebriati dai sapori nelle narici, sul palato e negli occhi, ovviamente chiediamo di sperimentare il pluripremiato zabaione, fiore all’occhiello dell’azienda così come dell’Italia intera. Mastro Maurizio così sconvolge le carte ancora una volta, proponendoci un challenge degno dei più sgamati esperti di enogastronomia.

Domenico ammicca, io, strafatta in scia, lo seguo. Fare materialmente il gelato allo zabaione e confrontarlo con lo stesso gusto ma prodotto qualche ora prima (mattina). Perché le due, solo due, regole d’oro per fare il gelato perfetto sono: la materia prima che deve essere di provenienza certa e deve, sostanzialmente, essere genuinamente la migliore in assoluto; dopodiché, sostiene Profumo sillabando, “fare il gelato T U T T I I G I O R N I”. Anzi, nel loro caso, più volte al giorno. Perché mentre siamo ospiti in questa deliziosa avventura, vediamo consumare, da dietro al bancone, con aggraziata bicellata un gusto dietro l’altro.

Il gelato di Profumo va letteralmente a ruba. Così per un’attesa di un totale di circa 7 minuti attendiamo Sua Maestà, lo zabaione. “Quando la macchina fa fatica mi avvisa che la consistenza è quella”, dice Mr Profumo mentre serve coppette di gelato fatto sul momento. Il Santo Graal del gusto è servito, Domenico si illumina, io non capisco più nulla.
Mr Profumo serve queste coppette che sanno di magia infantile (chi non ha mai desiderato fare il gelato? Chi non ha mai posseduto Dolce Forno, prima e poi Dolce Gelato?) e domenico risponde con: maggiore compatezza, profumo, sapore. Concludendo “bisognerebbe sempre mangiarlo così”. Amen.

In piena crisi esistenziale positiva e di iperglicemia autodiagnosticata ma certa, il ricordo annebbiato della ricetta fa pressappoco così: qualche spatolata di preparato di uovo, precedentemente “assemblato” nel laboratorio della storica pasticceria di Via Garibaldi; un secchio di latte fresco abbinato alla panna; tanta pazienza, amore e dedizione. Basta, stop, caput.

Alla fine sono le ultime cose che ricordo perché alla prima cucchiaiata ho perso i sensi e mi sono risvegliata felicissima, in preda al delirio glicemico di cui sopra e, soprattutto nuova appassionata del gelato allo zabaione perché, forse mi sono scordata di precisarlo, fino a quel momento mi aveva semplicemente disgustato. Come dire, se Domenico è il Bianconiglio, Mr Profumo è il Cappellaio Matto e io sono (Fat) Alice destinata a un felicissimo futuro di degustazioni e sperimentazioni, ben felice di cadere, ancora e ancora nella tana dei sapori.

Morale della favola
Domenico è felicemente tornato a Parigi, lievemente arrotondato ma felice con in saccoccia la miglior crema allo zabaione Made in Italy e il best of suo personale di gusto al cioccolato mai sperimentato sempre in Gelateria Profumo. Conquistato.

Mr Profumo si sta velocemente evolvendo e innalzando da mero personaggio fisico a mitologico grazie alla sapienza del suo operato; inutile consigliarlo è un’esperienza DA FARE.

Io già solo con l’esperienza dello zabaione mi ritengo una persona migliore, anche se ho sperimentato un mix di sapori che non riesco a togliermi dalla mente: caramello e arachide salata. Nuova sfida all’orizzonte. E vissero tutti felici e contenti.

Autore

Hira Grossi

Nasce e resta femmina, mamma e giornalista. Da anni si dedica assiduamente alla tradizione enogastronomica del gozzovigliamento hardcore, raggiungendo vette e risultati altissimi. Molti amici chef e sommelier cercano, invano, di insegnarle trucchi del mestiere

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