Prima di partire per un lungo viaggio

da | Gen 22, 2011

Sapete cosa è successo il 20 maggio 1927? Charles Lindbergh compie la prima traversata aerea dell’Oceano Atlantico, in solitaria e senza scalo a bordo dello Spirit of Saint Louis, il monoplano leggero da lui stesso progettato. Partito alle 7.52 dal Roosevelt Field (New York), con 450 galloni di benzina a bordo (1700 litri circa) giunge nei pressi di Parigi alle 22 del giorno successivo, dopo 33 ore e 30 minuti e 29 secondi di volo (Wikipedia così riporta). Insomma, una follia, che lo proietta subito nella leggenda. Quel che ho scoperto ieri, ascoltando un frammento di una trasmissione di Radio 24, è che per fare l’intera traversata Charles Lindbergh si è portato dietro solo tre panini e tre barrette di cioccolato.

E chissà da quale antro del mio cervello è uscito allora fuori quel pezzo di canzone di Cochi e Renato che dice “Non vado più a fare le ferie con lui – vuole sempre usare la macchina – e io…. non vado più a fare le ferie con lui – da Milano a Bologna … ottantamilalire… solo di panini. Ahi!”. E mi sono venute in mente diverse situazioni in cui un’irrazionale paura di restare senza cibo porta ad eccessi di rifornimenti. Eccone qualcuna.

La più tranquilla delle gita fuori porta. Un’ora di cammino (e di distanza) dalla civiltà. Che si affronta con due panini pro capite, una bottiglia d’acqua e una di vino, un pacchetto di ringo, una fiesta (la merendina, non l’auto). E una barretta supervitaminica, per qualsiasi emergenza.

Italiani al mare. Quelli che portano il pollo alla cacciatora e le lasagne di Nonna Concetta sotto l’ombrellone. E poi non fanno il bagno per via della digestione lunga.

Sulla scia di Cochi e Renato. I primi viaggi autostradali con gli amici. Da Genova a x (qualsiasi località nel raggio di 200 chilometri), scanditi dalle soste all’autogrill. Non se ne salta nemmeno uno, tra sosta pipì – sosta caffè – sosta panino – sosta “aiuto, qual è l’uscita, consultiamo la cartina dell’autogrill!”.

Prima di partire per un lungo viaggio. (Specialmente se all’estero). La sera prima di partire, manco si trattasse del viaggio di Ulisse, ci si ritrova seduti al desco a rimpinzarsi di piatti della stretta tradizione. Volessi mai che a Rimini o Dublino mi venisse la nostalgia di un piatto di trenette al pesto?

[Nota per i lettori: questo post rientra nella categoria “post idiota del sabato”]

Autore

Alessandro Ricci

Sotto i 40 (anni), sopra i 90 (kg), 3 figlie da scarrozzare. Si occupa di enogastronomia su carta e web. Genoano all’anagrafe, nel sangue scorrono 7/10 di Liguria, 2/10 di Piemonte e 1/10 di Toscana. Ha nella barbera il suo vino prediletto e come ultima bevuta della vita un Hemingway da Bolla.

Leggi gli articoli correlati

Articoli correlati