La (f)utilità dei concorsi di degustazione di birra

da | Mar 19, 2012

Partendo da un vecchio post di Marco Pion in cui parlava di stili birrari, dove sosteneva che il BJCP (Beer Judge Certification Program) si adatta a chi deve giudicare un concorso, Unionbirrai ha creato delle sue categorie, seppur ampie, per poter classificare le birre nel concorso Birra dell’Anno 2012.
Logicamente queste categorie non possono soddisfare tutti. Ad esempio, la categoria 1 “Birre chiare, basso grado alcolico, di ispirazione tedesca” comprende sia l’alta che la bassa fermentazione. Si finisce quindi per giudicare assieme dalle Pils, alle Alt alle Koelsh. D’altronde, se si facesse una sola categoria per le Koelsh, avremmo solamente due birre iscritte.

Ma quello che più fa riflettere è l’utilità di questi concorsi e la loro coerenza.

Questo dubbio sorge sorseggiando una Titanbrau Ale, birra ambrata dell’omonimo birrificio Titanbrau di San Marino, terza classificata nella categoria 3, quella riservata alle “birre ad alto grado alcolico, di ispirazione tedesca”.

Leggiamo l’etichetta di questa birra: “Birra ambrata ad alta fermentazione in stile Pale Ale reinterpretato. L’utilizzo di luppoli di varie nazionalità e l’impiego di malti inglesi rilasciano un’alternanza di sentori preservati da una schiuma persistente, rendendo questa birra unica nel suo genere”.

Se il produttore dichiara di usare malti e luppoli di origine inglese, come ci è finita nella categoria di birra ad alto grado alcolico di ispirazione tedesca? D’accordo che la categoria comprende sia l’alta che la bassa fermentazione, ma sicuramente questa non è una birra di ispirazione tedesca, ma piuttosto una birra di ispirazione anglosassone, quindi riferita alla categoria 4 del concorso di Unionbirrai.

Sapendo poi che il regolamento del concorso prevede che sia il produttore stesso a dichiarare la categoria in cui desidera iscrivere la birra, sorge allora un altro dubbio: non sarà che tra gli oltre 400 microbirrifici presenti in Italia, molti produttori non sappiano in quale stile classificare la propria birra, e producano la loro birra tanto per creare la classica “chiara”, “rossa” e “scura”?

Infine, un ultimo dubbio sorge spontaneo: come ha fatto ad arrivare terza nella categoria “birre ad alto grado alcolico, di ispirazione tedesca” una birra che fa utilizzo di luppoli inglesi, luppoli che si distinguono per i loro profumi, totalmente diversi da luppoli di origine tedesca, e sicuramente birra che non ha ispirazione tedesca?

Quindi hanno veramente senso questi concorsi?

Autore

Daniele Merli

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