Addio alla ciccia

da | Feb 1, 2011

Se ne sta parlando da almeno due anni: la carne inquina, è costosa e per di più non è sostenibile. Ultimamente sembrano essersene accorti anche nelle stanze dei bottoni, basti pensare che – riporta il Corriere della Sera di domenica – durante il vertice di Davos sono stati organizzati dei veri e propri seminari sullo stile di vita sostenibile dove la carne è stata messa all’indice dai promotori dell’eco friendly.

Questo però è solo l’ultimo di una serie di avvertimenti come la crescita esponenziale dei prezzi prevista anche dal Sole 24 Ore (+ 10% solo nell’anno in corso), i proclami dietetici di un ex presidente americano, quel Bill Clinton che negli anni d’oro della presidenza si faceva volentieri riprendere con l’hamburger simbolo dell’american life, e infine la svolta accentuata quest’anno che sta coinvolgendo la più grande multinazionale dell’alimentare mondiale, Mc Donald’s che nei menù ha fortemente aumentato la proposta di piatti vegetariani. Sono piccoli segni, tappe, di una rivoluzione in atto, che i più pessimisti prevedono sfocerà nel consumo di insetti (lo hanno provato recentemente alcuni ricercatori dell’Università di Wageningen offrendo un menù di insetti a 200 volontari) mentre per gli ottimisti si tradurrà in un leggero calo dei consumi del mondo occidentale (pareggiato però per gli operatori da un rialzo dei listini).

Sicuramente però qualcosa sta cambiando e non ci metteremo molto ad accorgercene. Oggi sulla carne si è iniziato a riflettere e tra le novità da segnalare in tema c’è anche l’arrivo sempre più massiccio del MeetOut Day (il giorno senza carne che in America ormai è consuetudine) anche in territorio italiano.
Una importante manifestazione in proposito si svolgerà tra Acqui Terme, Alessandria, Casale Monferrato e Ovada il 19 – 20 marzo, organizzata dall’associazione Monferrato Cult e altri soggetti del territorio. A parlarmene per primo è stato un amico, Roberto Natan Robotti, geniale esperto di alimentazione ebraica di stanza a Casale Monferrato. Il motivo della svolta vegetariana? Basta leggere il Talmud: “Solo i saggi possono consumare la carne” perché uccidere un animale è un atto che modifica tutto il Creato e per questo deve comportare una profonda riflessione.

Non sono vegetariano, provengo da una famiglia di macellai e allevatori, ma credo che questa affermazione oggi sia più realistica che mai, conscio dei costi che certi stili di vita hanno sull’equilibrio mondiale. Mangiare poca carne, ma bene, frutto di un’economia sostenibile e possibilmente locale: questa forse la strada, senza estremismi e preconcetti. Una strada che, visti i segnali, potrebbe tra non molto diventare obbligata.

PS: un mio compagno di studi, Luca Govoni, oggi eccellente food photographer errante tra Africa e Sud America, da circa cinque anni cerca di convincermi che un giorno saremo costretti a un menù capace di spaziare dal seitan ai petali sino a qualche specie di insetti (molte popolazioni già lo fanno). Ho sempre pensato che questa fosse una visione “visionaria” del mondo. Oggi però siamo qui a parlarne, anche se solo a livello di boutade, e la storia insegna che molti cibi oggi di consumo comune un tempo erano considerati tabù. Per gli antropologi è chiaro:  buono da mangiare e buono da pensare coincidono e una sorta di moral suasion, anche nel piatto, fa la differenza. La mosca nella minestra tra qualche anno potrebbe smettere di essere un’eccezione.

Autore

Fabio Molinari

L’unica persona sera in questa gabbia di matti. È un po’ che non scrive su Papille, ma ci ha lasciato bellissimi pezzi su vini, posti in giro per l’Italia e cazzabubole

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