C’ha i baffetti sbarazzini e uno chignon sulla nuca, l’asciònto à la fransé accanto a un italiano semi perfetto, il volto sempre tranquillo e sereno, una pacatezza tutta d’Oltralpe. Michel Paquier, il pasticcere del momento a Genova e non solo, è un tipo decisamente cool.
La sua Douce, nella centralissima piazza Matteotti, è una boutique del palato, il Gambero Rosso gli ha da poco affibbiato il titolo di Pasticcere emergente del 2011. Quello che lui scherzosamente chiama un cadeaux empoisonné, un regalo avvelenato: «perché ora devo dimostrare di essere all’altezza».
Lo incontro in occasione dell’ultimo appuntamento con I sensi dell’arte, una rassegna organizzata dal network Fr&e (amici dei papilli) che si è svolta all’Accademia di Belle Arti di Genova, con l’obiettivo di raccontare quattro secoli (dal ‘600 al ‘900) attraverso storia, arte, costumi e cultura gastronomica. L’idea ha avuto successo, tanto che ne riparleremo presto. Michel si è occupato della parte culinaria, ovviamente, e quando lo vedo sta preparando delle futuristiche tettine di cioccolato, omaggio all’esuberanza di inizio Novecento.
Arrivato a Genova – come si dice sempre, ma come spesso è – per caso, e per starci un anno o due al massimo, Michel si è fatto le ossa in una delle pasticcerie storiche della città, Tagliafico, e non è più partito. Poi ha deciso di buttarsi in un progetto coraggioso: aprire un locale decisamente chic, nel cuore del capoluogo ligure, Douce appunto.
Dice di non voler fare una pasticceria eclatante, ma esteticamente bella sì: «la mia vetrina alle nove del mattino è la cosa più bella della giornata». Il suo credo è la monoporzione, perché non sta scritto da nessuna parte che per godere un po’ di dolce uno si debba comprare una torta. Il suo cavallo di battaglia, tra gli altri, i macaron.
ps: che sia cool non c’è dubbio, fonti bene informate dicono che anche dopo una partita di calcetto sprizza non tanfazza di sudore, bensì aroma di biscotto… io ci credo.