Pif è uno dei pochi che in televisione mi fa sganasciare. La sua è una comicità autoironica e intelligente, direi quasi analitica: lascia emergere il lato ridicolo di situazioni reali, limitandosi a sottolinearlo con pochi accorgimenti di montaggio e una vis comica che gioca soprattutto sulla sua goffa incapacità di relazionarsi con ciò che inquadra.
Per chi se la fosse persa, questa è l’intera puntata de Il testimone dedicata all’alta cucina. Pif incontra Bottura, Cracco, La Mantia e Scabin: si ride parecchio e si pensa anche non poco.
Quattro cuochi diversi, quattro angolature per raccontare un fenomeno ormai mainstream. C’è l’occhio spiritato di Bottura, la simpatia di La Mantia, gli operai della Lamborghini che mandano giustamente a spigolare Cracco (eccheccazzo, un po’ di sana lotta di classe. Persino troppo educati: trent’anni fa lo avrebbero ritrovato dentro un pentolone), uno Scabin che sembra un vecchio rocker, sgualcito ma inossidabile.