Champagne Supernova

da | Gen 19, 2017

In a champagne supernova in the sky” cantavano gli Oasis ormai qualche annetto fa.
Feste finite e un incalcolabile numero di bottiglie stappate che effettivamente ci hanno fatto fluttuare in “un’esplosione” di bollicine. Ma le bollicine non stufano mai e così, complice una serata degustazione organizzata dall’enoteca Il Canneto Vino e Cibo (via Canneto Il Lungo 132r – Genova) ho approfondito la conoscenza delle bolle più prestigiose del mondo, lo Champagne.

Prodotto nell’omonima regione situata nel nord-est della Francia, lo Champagne è un vino vinificato secondo il metodo champenoise: questa è una definizione utilizzabile solo per i vini spumanti rifermentati in bottiglia di questa zona. In Italia tale procedura è denominata metodo classico ed è quella, per intenderci, del Franciacorta o del Trentodoc.
Per la produzione è autorizzato l’uso di nove vitigni, di cui tre principali: Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier.

Ecco dunque quattro Champagne, non delle etichette più commerciali, e quattro abbinamenti di crudo di pesce scelti dal proprietario Giovanni, per esaltarne al massimo le qualità organolettiche.

Maison Alexandre Bonnet

Maison Alexandre Bonnet – Grande Réserve Brut

Ci troviamo a Les Riceys, comune situato nella Côte des Bar, l’area più a sud della zona dello Champagne, vocata principalmente alla coltivazione di Pinot Noir.
Ottenuto dalla vinificazione di Pinot Noir (80%) e Chardonnay (20%) e grazie ad un affinamento di 24 mesi sui lieviti, il Grande Réserve si presenta come un vino elegante, all’aspetto brillante e con bollicine di lunga durata. I profumi sono leggeri e delicati grazie ai sentori di fiori bianchi e agrumi. In bocca si percepisce sapido, corposo e di buona persistenza.
Fresco, piacevole e degustato in una magnum (no, non è da spacconi, ma è in questo formato che lo spumante dà la sua resa migliore) in abbinamento con ostriche Bouzigues.

Nominé – Renard

Nominé – Renard – Blanc de Blancs

Ci spostiamo a Nord Ovest fino ad arrivare a Villevenard, piccolissimo paese di 200 abitanti della Vallée du Petit Morin dove si coltiva principalmente Chardonnay. Il Blanc de Blancs è, infatti, prodotto interamente con queste uve e affina 30 mesi sui lieviti.
Vino raffinato, al naso i profumi diventano più dolci e ricordano una delicata crosta di pane con sentori di albicocca e pesca gialla. Al palato risulta più morbido rispetto al precedente anche se mantiene una buona acidità.
Un vino fine, a mio avviso fin troppo, perfetto da bere insieme ad una tartare di gamberi rossi di Mazara. Abbinamento elegante.

Maurice Grumier

Maurice Grumier – Blanc de Noirs

Risalendo ancora verso Nord arriviamo nella Vallée de la Marne, una delle più rappresentative dello Champagne. Sui pendii sulle sponde del fiume Marna troviamo ettari piantati a Pinot Meunier, coltivato quasi esclusivamente in questa zona. La famiglia Grumier elabora le proprie uve da quasi 100 anni. Espressione della loro filosofia vinicola è il Blanc de Noirs, 80% Pinot Meunier e 20% Pinot Noir, 24 mesi di affinamento sui lieviti. E’ un vino di carattere – il Pinot Meunier è il più invadente e prepotente dei vitigni dello Champagne – dai profumi erbacei. E’ schietto, sincero, meno ruffiano, quasi scorbutico. Non a caso il mio preferito. Ottimo con un piatto di carattere come il crudo di palamita servito con salsa Tzaziki.

Ernest Remy

Ernest Remy – Blanc de Noirs Grand Cru

Avvicinandoci a Reims – una delle principali citta della regione – giungiamo a Mailly, piccolo comune situato nella zona di Montagne de Reims Nord. Questo è il regno del miglior Pinot Noir e di rinomati Grand Cru.
Piccola digressione: ci sono alcune zone dello Champagne dove la qualità delle uve è costantemente più alta. Per questo motivo è stato creato il sistema della Échelle des Crus (la scala dei Cru) che determina ogni anno il prezzo massimo di acquisto delle uve in funzione della loro qualità: un vigneto classificato al 100% viene pagato il massimo e i comuni con il 100% di valutazione vengono definiti Grand Cru. I Grand Cru sono 17 e Mailly è uno di questi.

Il Blanc de Noirs Grand Cru è ottenuto da uve 100% Pinot Noir dopo un affinamento di 36 mesi sui lieviti. E’ un vino strutturato e potente, i sentori di lievito sono più accentuati data la maggiore permanenza sugli stessi – tanto da ricordare il pan brioches- equilibrati da profumi citrini e di frutta rossa. In bocca risulta morbido e avvolgente. Un vino in grado di accompagnare un intero pasto, valorizzato nel nostro caso da una tartare di tonno su cous cous al nero di seppia.

Insomma, il buon proposito del 2017? Un viaggio oltralpe, ça va sans dire.

Autore

Elena Benacchio

Ragazza dai gusti difficili: le piacciono rossi ma morbidi, bianchi ma secchi… Maniaca di fotografie al cibo, si dedica frequentemente al “foodporn”. La nostra sommelier, da trent’anni invecchia nella classica “botte piccola” ed è amante del vino buono

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