Sentite che atmosfera frizzantina c’è nell’aria, questa settimana? Merito della primavera che ormai è sbocciata? Macché, è per via del Vinitaly 2018, che inaugura a Verona il 15 aprile. Numeri monstre, padiglioni interi tirati su a bicchieri e bottiglie, folle oceaniche in pellegrinaggio da uno stand all’altro. La cuccagna del bevitore, il paradiso di ogni appassionato? Attenzione, se uno non si prepara prima, rischia di diventare un tormento.
Intanto, bisogna distinguere le due grandi categorie di fruitori. Ci sono gli operatori del settore (e qui comprendo tutti, enotecari, ristoratori, commerciali, giornalisti, maghi ed indovini), che si riconoscono da un semplice particolare: non bevono, degustano (versione enoica della bottaevia, triste sequela di assaggio-sputo-evia-altrostand-assaggio-sputo-evia-altrostand). E ci sono le orde di appassionati sbevazzatori che partono con un solo, semplice, chiaro, obiettivo: assaggiare tutto.
Anche questi si riconoscono da piccoli particolari: alle ore 13, due ore dopo l’ingresso, danno i primi segnali di cedimento psicofisico; alle 15, camminano come GesuCristi sull’acqua (oh, che paragone blasfemo, parlando di Vinitaly) da un padiglione all’altro; alle 16 disquisiscono di Barolo con un produttore pensando in buona fede di star a bere un Morellino di Scansano; alle 18 sono diventati George Best e palleggiano con i grissini per poi uscire, poco dopo, tentando di trafugare un fondo di bottiglia di Amarone.
Diciamolo subito. NON ci rivolgiamo agli operatori del settore, ma a quelli che considerano il Vinitaly come una grande festa, dove si beve, sì, ma importa anche la compagnia, l’idea di trovarsi tutto quel ben di Dio davanti e di poterlo assaggiare A GRATIS (vabbè, a gratis no, il biglietto si paga, e salato, se non si conosce qualche amico enotecaro…).
E soprattutto, ci rivolgiamo a quelli che il “Vinitaly? E’ la mia prima volta!“.
12 consigli per sopravvivere al Vinitaly
1. Come arrivare a Vinitaly
A Verona ci si va in treno. Punto. L’auto è una follia. Il traffico è peggio di Palermo e il ritorno sarebbe una strage.
Dalla stazione alla Fiera sono circa 20 minuti di camminata. Ma si può tagliare (forse non è proprio legale sai, ma…) all’interno della stazione, accorciando almeno di 5 minuti (cosa utilissima, soprattutto al ritorno). E, per i più pigri, ci sono le navette. Superaffollate, certo.
2. Come arrivare a Vinitaly se proprio volete usare la macchina
Puntate senza esitazioni il posteggio dello Stadio, uscita Verona Nord sulla A22. Da lì navetta gratuita fino in Fiera: tranquilla all’andata, giungla urbana al ritorno.
3. Che giorno?
Se potete, non andateci la domenica: la ressa sale, e le bottiglie migliori, chissà perché, finiscono sotto lo scaffale e sono tutte esaurite.
4. Preparazione fisica
Prima di entrare, mettete in corpo una sana e robusta colazione, molta e abbondantissima, “per fare il fondo” (nel nostro caso, un bel cabaret di focaccia di Priano). Sarà utile a tenere botta.
5. Come vestirsi
A Vinitaly fa caldo, soprattutto nel pomeriggio, quando l’alcool in corpo si inizia a sentire. Vestitevi con raziocinio, se non vorrete girare pezzati come una mucca alpina.
6. Cosa assaggiare
Assaggiare tutto è una follia. Fatevi una scaletta. Bianchi al mattino (ogni regione d’Italia ha il suo padiglione: evitate la Franciacorta che non si riesce manco a camminare, dirigetevi verso Friuli, Campania, Alto Adige); rossi al pomeriggio. E se volete assaggiare proprio i vini di quel produttore, cercate le coordinate del suo stand.
7. Vinitaly in compagnia
I grandi gruppi non sono amati dai produttori. Se siete in tanti, suddividetevi. Sarete accolti meglio e berrete di conseguenza.
8. Come degustare
Ogni tanto qualche vino sputatelo. Non si offende nessuno, e la vostra reputazione non rimarrà danneggiata da questo sacrilegio. Assicurato.
9. Dove mangiare al Vinitaly
Pausa pranzo, auguri. Folle in delirio per un panino. Cercate di evitare l’ora di punta, che però al Vinitaly assume contorni indefiniti (diciamo dalle 12 alle 15.30). Un solo consiglio: evitate il sushi nei bar interni.
10. Cosa fare (oltre a bere)
Vinitaly è vino, sì, ma anche momento supremo di mondanità. E allora fate un gioco: Occhio al Vip. Nelle scorse edizioni abbiamo incrociato il mitico Gérard Depardieu, Mick Hucknall, Al Bano e Rocco Siffredi (che è produttore di vino).
11. Testa di bevitore è buona solo per portare cappello (semi cit.)
Come diceva quel filosofo? “Non serve un pennello grande, ma un grande pennello”. Ecco, non è necessario bere da stare male, ma bere bene.
12. Posso portarmi il vino a casa?
No, non si possono portare vini a casa, a meno che non sia il produttore a darveli e che per ogni bottiglia non vi firmi uno speciale modulo di manleva.
E se per qualche altro motivo vi “capiterà in mano” una bottiglia, ecco, non tenetela bene in vista quando si esce. Ve la farebbero posare. Ma non fate nemmeno come il nostro amico che, evidentemente ubriaco, si è nascosto due bottiglie sotto le ascelle e alla domanda: “Hai qualche bottiglia addosso?” ha risposto, alzando le braccia: “Nulla…”. Il resto ve lo lasciamo immaginare…
Buon Vinitaly a tutti!
🙂
Sottoscrivo tutto.
Suggerisco una sezione “al femminile”, con i seguenti brevi consigli:
1) non utilizzate un maquillage dirompente. Al Vinitaly fa caldo. Il rimmel cola.
2) tacchi né altissimi (non è una sfilata, è una fiera dedicata al vino) né bassissimi (difficili da portare sulla moquette dei padiglioni).
3) non irroratevi di profumo: è il vino che si deve sentire, non lo Chanel n° 5.
4) se non sapete perché dovreste esserci, magari su invito di qualche amico, non andate. La moglie/amica fuori luogo si nota, è triste e intristisce.
5) i bagni vanno usati come bagni, non per il tempo che normalmente richiede un massaggio rilassante seguito da doccia drenante, pausa relax, sauna e seduta in sala cromoterapica e rapido (!!!) ripasso dello smalto sulle unghie.
Purtroppo anche quest'anno ho dovuto passare.
Sono a metà tra la categoria sbevazzatori inconsapevoli che vogliono assaggiare più o meno tutto e sbevazzare sì, ma puntare prima alle cantine che mi interessano.
Uff, sarà per il prossimo anno il mio primo Vinitaly.
Nel frattempo mi terrò l'invidia (per voi e per chi ci è andato) e le ricriminazioni e i rimpianti (per me)
Tutto bellissimo. Spendo però un cent a favore del parcheggio stadio. Da almeno 10 anni lascio la macchina lì senza alcun problema e arrivo in fiera con la navetta. Al ritorno l’assalto alla navetta per tornare allo stadio (bus C) lo eviti uscendo prima delle 17.00 – 17.30.
filipporonco infatti quest’anno ci giochiamo (anche) lo stadio. ma è dura uscire alle 17 quando hai appuntamenti fino alle 18…
Tutti i dodici punti rispettati… solamente un anno mi sono fatta fregare dalla bigliamento, ma per il resto tutti i 12 punti rispettati il vip watching mi piace o incrociato due volte Albano in edizioni diverse
Vinitaly 2014 sto arrivando*_*
Sul punto 11 non si transige, chiunque riesca a centrare anche solo un 7 ciofeche su 10 vince un peluche di bruno vespa.
Qualche consiglio da intenditore:
– Se volete ritrovare voi stessi e capire le vostre potenzialità inespresse, fatevi un giro nel padiglione della Puglia il lunedì in mattinata: un’oasi deserta con tanto di brezza dai portelloni e aria sconsolata regnano sovrani, accerchiando stand decorati come carri di Rio di piccole aziende artigiane di soli 250 ettari. Lì capirete che c’è chi sta peggio di voi.
– Evitare nell’ordine:
1) I bagni tra il 4 e il 5, i bagni fra il 6 e il 7. E la domenica, qualsiasi bagno.
2) Di seguire l’amico che dice “andiamo di là, si fa prima”. No. Davvero.
3) Se avete un planning, andate per padiglioni, non per tipologia. Scoprirete che mai Sicilia e Alto Adige sono così lontani, anche se stanno una al 2 l’altro al 3.
4) L’ingresso Cangranda. San Zeno rulez, ma solo dopo una certa ora.
5) Di usare la wifi per non sclerare. Uno una volta ce l’ha fatta, gli han fatto una statua in centro.
– I padiglioni centrali (4,5,6,7) sono il meglio e il peggio del vino mondiale. A parte il Castello (!) di castello Banfi e i superspritz di Astoria e co. vale la pena di fare un giro per capire che il mondo del vino è, spesso, popolato di personaggi davvero kafkiani.
– Se volete fare i fighi e prendere un appuntamento, contate che se arrivate in ritardo di mezz’ora siete in anticipo di 10 minuti.
– Fatevi un giro al vi.vi.t., una manifestazione nella manifestazione. Capirete perchè quei produttori sono arroccati uno sull’altro in uno spazio degno dei polli amadori.
– I veri degustatori non professionisti si vedono quando fingono di esserlo e i produttori ci cascano sempre, specie perchè presentano vini che sono appena usciti dalla botte e non ci capiscono niente manco loro: frasi fatte come “beh, è molto giovane, ha sicuramente potenziale” su un vino del 2014 vi mette in buona luce. Basta poco che ce vo’.
– Non si dice mai “buono”, si dice “pulito, completo, pieno”. Non si dice mai “non mi piace” si dice “deve ancora esprimersi”. Non si dice mai “non ci capisco una fava” ma “sto selezionando aziende sul territorio per un’orizzontale comparativa”.
– La più interessante: a livello.. squinzie, dopo 11 anni per costanza e classe vince a mani basse la Campania, seguita appunto dal 4 e 5, piazza d’onore per le donzelle vestite di rosso: meno appariscenti ma troverete quella che tormenterà i vostri sogni fino al prossimo anno.
Ci vediamo tutti alla fila per i taxi, un 20enne una volta c’è morto di vecchiaia.
era la mia prima volta e “inconsapevolmente” (non del tutto, visto che ero socio del mio amico enologo abituèè) ho rispettato tutti i punti. Treno, colazione hard core (hot dog con peperoni), vestiti leggeri, andato di lunedi, sfoggio di lessico da intenditore.
Per quanto io sia un consumatore da “quantità”, finchè il raziocionio me lo ha consentito, ho ricevuto anche complimenti dai produttori. Quando me la vedevo brutta chiamavo in causa l’esperto a fianco a me.
Mi sono divertito moltissimo.
massima stima per la colazione hard core