Mai stato al Vinitaly? Dodici consigli per sopravvivere

da | Mar 7, 2016

Sentite che atmosfera frizzantina c’è nell’aria, questa settimana? Merito della primavera che ormai è sbocciata? Macché, è per via del Vinitaly 2018, che inaugura a Verona il 15 aprile. Numeri monstre, padiglioni interi tirati su a bicchieri e bottiglie, folle oceaniche in pellegrinaggio da uno stand all’altro. La cuccagna del bevitore, il paradiso di ogni appassionato? Attenzione, se uno non si prepara prima, rischia di diventare un tormento.

Intanto, bisogna distinguere le due grandi categorie di fruitori. Ci sono gli operatori del settore (e qui comprendo tutti, enotecari, ristoratori, commerciali, giornalisti, maghi ed indovini), che si riconoscono da un semplice particolare: non bevono, degustano (versione enoica della bottaevia, triste sequela di assaggio-sputo-evia-altrostand-assaggio-sputo-evia-altrostand). E ci sono le orde di appassionati sbevazzatori che partono con un solo, semplice, chiaro, obiettivo: assaggiare tutto.

Anche questi si riconoscono da piccoli particolari: alle ore 13, due ore dopo l’ingresso, danno i primi segnali di cedimento psicofisico; alle 15, camminano come GesuCristi sull’acqua (oh, che paragone blasfemo, parlando di Vinitaly) da un padiglione all’altro; alle 16 disquisiscono di Barolo con un produttore pensando in buona fede di star a bere un Morellino di Scansano; alle 18 sono diventati George Best e palleggiano con i grissini per poi uscire, poco dopo, tentando di trafugare un fondo di bottiglia di Amarone.

Diciamolo subito. NON ci rivolgiamo agli operatori del settore, ma a quelli che  considerano il Vinitaly come una grande festa, dove si beve, sì, ma importa anche la compagnia, l’idea di trovarsi tutto quel ben di Dio davanti e di poterlo assaggiare A GRATIS (vabbè, a gratis no, il biglietto si paga, e salato, se non si conosce qualche amico enotecaro…).
E soprattutto, ci rivolgiamo a quelli che il “Vinitaly? E’ la mia prima volta!“.

12 consigli per sopravvivere al Vinitaly

1. Come arrivare a Vinitaly

A Verona ci si va in treno. Punto. L’auto è una follia. Il traffico è peggio di Palermo e il ritorno sarebbe una strage.
Dalla stazione alla Fiera sono circa 20 minuti di camminata. Ma si può tagliare (forse non è proprio legale sai, ma…) all’interno della stazione, accorciando almeno di 5 minuti (cosa utilissima, soprattutto al ritorno). E, per i più pigri, ci sono le navette. Superaffollate, certo.

2. Come arrivare a Vinitaly se proprio volete usare la macchina

Puntate senza esitazioni il posteggio dello Stadio, uscita Verona Nord sulla A22. Da lì navetta gratuita fino in Fiera: tranquilla all’andata, giungla urbana al ritorno.

3. Che giorno?

Se potete, non andateci la domenica: la ressa sale, e le bottiglie migliori, chissà perché, finiscono sotto lo scaffale e sono tutte esaurite.

4. Preparazione fisica

Prima di entrare, mettete in corpo una sana e robusta colazione, molta e abbondantissima, “per fare il fondo” (nel nostro caso, un bel cabaret di focaccia di Priano). Sarà utile a tenere botta.

5. Come vestirsi

A Vinitaly fa caldo, soprattutto nel pomeriggio, quando l’alcool in corpo si inizia a sentire. Vestitevi con raziocinio, se non vorrete girare pezzati come una mucca alpina.

6. Cosa assaggiare

Assaggiare tutto è una follia. Fatevi una scaletta. Bianchi al mattino (ogni regione d’Italia ha il suo padiglione: evitate la Franciacorta che non si riesce manco a camminare, dirigetevi verso Friuli, Campania, Alto Adige); rossi al pomeriggio. E se volete assaggiare proprio i vini di quel produttore, cercate le coordinate del suo stand.

7. Vinitaly in compagnia

I grandi gruppi non sono amati dai produttori. Se siete in tanti, suddividetevi. Sarete accolti meglio e berrete di conseguenza.

8. Come degustare

Ogni tanto qualche vino sputatelo. Non si offende nessuno, e la vostra reputazione non rimarrà danneggiata da questo sacrilegio. Assicurato.

9. Dove mangiare al Vinitaly

Pausa pranzo, auguri. Folle in delirio per un panino. Cercate di evitare l’ora di punta, che però al Vinitaly assume contorni indefiniti (diciamo dalle 12 alle 15.30). Un solo consiglio: evitate il sushi nei bar interni.

10. Cosa fare (oltre a bere)

Vinitaly è vino, sì, ma anche momento supremo di mondanità. E allora fate un gioco: Occhio al Vip. Nelle scorse edizioni abbiamo incrociato il mitico Gérard Depardieu,  Mick Hucknall, Al Bano e Rocco Siffredi (che è produttore di vino).

11. Testa di bevitore è buona solo per portare cappello (semi cit.)

Come diceva quel filosofo? “Non serve un pennello grande, ma un grande pennello”. Ecco, non è necessario bere da stare male, ma bere bene.

12. Posso portarmi il vino a casa?

No, non si possono portare vini a casa, a meno che non sia il produttore a darveli e che per ogni bottiglia non vi firmi uno speciale modulo di manleva.
E se per qualche altro motivo vi “capiterà in mano” una bottiglia, ecco, non tenetela bene in vista quando si esce. Ve la farebbero posare. Ma non fate nemmeno come il nostro amico che, evidentemente ubriaco, si è nascosto due bottiglie sotto le ascelle e alla domanda: “Hai qualche bottiglia addosso?” ha risposto, alzando le braccia: “Nulla…”. Il resto ve lo lasciamo immaginare…

Buon Vinitaly a tutti!

Autore

Alessandro Ricci

Sotto i 40 (anni), sopra i 90 (kg), 3 figlie da scarrozzare. Si occupa di enogastronomia su carta e web. Genoano all’anagrafe, nel sangue scorrono 7/10 di Liguria, 2/10 di Piemonte e 1/10 di Toscana. Ha nella barbera il suo vino prediletto e come ultima bevuta della vita un Hemingway da Bolla.

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