La patria del Gran Bollito. Una domenica al Vascello d’Oro di Carrù

da | Dic 9, 2013

Quando finalmente arrivi al piatto con i sette tagli tipici del bollito misto hai già le allucinazioni da indigestione e il bello deve ancora iniziare. Anni fa ho visto saltare il bottone della camicia di un amico, prima di arrivare al bollito. E’ come una scalata d’alta montagna, di quelle che rischi di non superare gli ultimi 50 metri dopo ore e ore di cammino. Roba da intimorire i più temerari. Qualche giorno prima della Fiera del Bue Grasso, che quest’anno si celebra il 12 dicembre (in questo post del 2010 Alessandro ne coglie bene lo spirito), ho tentato la salita al Vascello d’Oro di Carrù, la patria del bollito.

Eccovi un po’ di foto, nella speranza che questa carrellata renda almeno in parte la lunga marcia di oggi. Un consiglio per chi volesse avventurarsi: adotta la versione piemontese di un famoso detto piàn, piàn, pièn.

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[/vc_column][vc_column width=”1/2″]Tanto per iniziare due castagne…accompagnate da un tagliere di salame cotto e crudo.[/vc_column][/vc_row]

 

[vc_row][vc_column width=”1/2″][/vc_column][vc_column width=”1/2″]Insalata di bollito con verdurine e funghetti. Un antipasto di riciclo sfizioso e ‘fresco’[/vc_column][/vc_row]

 

[vc_row][vc_column width=”1/2″][/vc_column][vc_column width=”1/2″]Vitello tonnato, uno degli antipasti piemontesi per eccellenza.[/vc_column][/vc_row]

 

[vc_row][vc_column width=”1/2″][/vc_column][vc_column width=”1/2″]Carne cruda tagliata a coltello. Ciccia, sale, pepe, olio e niente più. Il primo bis.[/vc_column][/vc_row]

 

[vc_row][vc_column width=”1/2″][/vc_column][vc_column width=”1/2″]La sorpresa del giorno. Torta di zucca con bagna cauda. “Quest’ultima leggermente allungata” dicono. Delicata, contrasto dolce-aglio da paura.[/vc_column][/vc_row]

 

[vc_row][vc_column width=”1/2″][/vc_column][vc_column width=”1/2″]Ed eccolo qui, il re della giornata. Muscolo, maschetta, coda, lingua, gallina, cotechino, testina. I sette tagli del bollito con contorno di carote e cipolle, così, nel caso aveste un buco ancora libero.[/vc_column][/vc_row]

 

[vc_row][vc_column width=”1/2″][/vc_column][vc_column width=”1/2″]Sette salse per sette carni. Non c’è un verso preferito. Partendo dalla salsa verde, in senso orario, un ketchup casalingo, salsa di miele e noci, salsa di mosto (cognà), salsa di rafano (stappa naso), senape (apre una voragine di picantezza)[/vc_column][/vc_row]

 

[vc_row][vc_column width=”1/2″][/vc_column][vc_column width=”1/2″]Avremmo potuto darci alla torta di nocciola, al bunèt, alla torta di frutta, ma veramente non saremmo tornati vivi. Pere cotte nel Nebbiolo e moscato.

E buona camicia a tutti. Se non salta il bottone.[/vc_column][/vc_row]

Due parole sul servizio del Vascello, preciso e simpatico. Lo chef Beppe Cravero è venuto a spiegare piatto per piatto, ingrediente per ingrediente, per salvare una commensale celiaca. Tutti sani e salvi.

ps: Ah, tra la zucca e il bollito non abbiamo saputo resistere anche a un piatto di ravioli al brasato.

pps: nel bere siamo stati sobri: Dolcetto di Dogliani della casa

ppps:  40 euro ben spesi

Autore

Daniele Miggino

Lavora sul web sotto diverse spoglie da svariati anni. Mezzo piemontese e mezzo lucano, è nato a Genova. Nella sua stirpe si trovano contadini e zii d’America, osti e viaggiatori. Sarà per questo che è uscito fuori così.

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