E ora dove andiamo a mangiare? È l’immancabile frase dell’aperitivo domenicale. A cui segue il panico: di solito infatti è già quasi l’una, di prenotazioni neanche l’ombra. Non è una bella sensazione. E questo è chiuso, quell’altro non ci prende più, da quello no perché l’altra volta ci ha trattato male, quell’altro boh, forse, chiama, e il numero chi ce l’ha? Intanto lo stomaco brontola.
Era una domenica delle solite. Stessa ora, stessa domanda, stesso sguardo perso: e ora?
Poi l’illuminazione. Dippo dice: mi ricordo che da bambino venivo a mangiare con i miei qui vicino. Andiamo e speriamo bene. In queste circostanze si è preparati al peggio, come la domenica precedente, quando ho portato Viola in una specie di ospizio dalle parti di Sassello, che quando ce ne siamo andati il nostro vicino di tavolo si è addormentato sul gelato.
Ma questa volta il destino ci ha riservato una bella sorpresa.
L’agriturismo La Rossa si trova a Morsasco (AL), sulle colline tra Acqui Terme e Cremolino (mappa). L’ambiente è molto gradevole: immerso nella campagna, con un grande salotto all’aperto e una veranda dove si mangia d’estate. Ci sono tre camere dove si può soggiornare.
Ci sediamo a tavola. È un posto molto curato. Il menù è fisso. Si parte da un piattino con salame, pancetta e uno sformato di formaggio. Poi due primi e due secondi. I sempre presenti ravioli nelle versioni burro e salvia, al sugo e lisci. «C’è chi ci mette il formaggio, chi il vino», dice l’oste. Poi arrivano le tagliatelle con il sugo di verdure. Di secondo un piatto unico con faraona, brasato e contorno di patate al forno. Due i dolci: bunet con un velo d’amaretto e un semifreddo al melone e pesca. Il vino è fatto con uva di produzione propria, scegliamo una barbera non affinata in legno (c’è anche barricata, e un dolcetto, tra i rossi), che si comporta egregiamente.
La spesa finale è di 25 euro, il che fa di questo posto uno dei migliori che abbia frequentato negli ultimi tempi per il rapporto qualità prezzo.
ps: il pranzo ci ha messo in pace col mondo, ma la pennichella sotto l’albero a due metri dal tavolo è impagabile.
