7 cose da mettere in valigia, gourmet edition

da | Giu 26, 2014

Luglio è alle porte, è il momento di programmare nel dettaglio le ferie, o quanto meno di cominciare a farsi dei trip immaginandosi già in spiaggia con i piedi a mollo.
È dunque il momento di pensare a cosa mettere in valigia, e della nostra lista con ben sette-suggerimenti-sette per una dotazione minima in grado di trasformare l’enogastronomia di sussistenza del vacanziero medio in un’esperienza che regali qualche piccola grande gioia al palato.

1) L’olio buono

Soprattutto per chi si dirige verso lande straniere, l’olio extravergine di oliva quello buono è l’angelo salvatore della pastasciutta, dell’insalata e di quasi ogni cosa commestibile. Vera e propria panacea, poche gocce sono in grado di dare un gusto accettabile anche ai più pallidi pomodori dei supermercati del nord. Peccato che non funzioni col caffè francese.

2) Parmigiano

Vale quanto detto per l’olio. Un buon soffritto e una generosa dose di parmigiano sono in grado di resuscitare anche il più moscio dei condimenti per la pasta. I puristi si porteranno un pezzo di forma, altrimenti se non siete sicuri di trovare la grattugia (e non ne sarete mai sicuri) chiudete un occhio e portatevi quello già grattugiato, noi non lo diremo a nessuno.

3) Il tuo coltello che taglia

Se anche voi come me soffrite della nota sindrome dello Chef Tony – cioè cominciate a cucinare guardando fisso la lama del vostro coltello preferito e recitate che questo è il mio coltello, ce ne sono tanti come lui, ma questo è il mio – sarete da tempo nella schiera di quelli che impacchettano le proprie lame e se le portano in vacanza, alla faccia del porto d’armi. Se non lo siete, cosa aspettate? Vedrete che quel salame stagionatissimo acquistato dal produttore disperso sui Pirenei smetterà di prendervi per il culo e si farà tagliare in sottili e perfette rondelle, degne della katana di Hattori Hanzo.

4) Una bottiglia di bollicine

Già fredda, ça va sans dire. Nascosta nell’angolo più buio del bagagliaio, coibentata con l’alluminio da cucina e gli asciugamani del pupo: all’arrivo si è mantenuta fresca e per portarla a temperatura basta quell’oretta di frigo mentre si smontano le valigie. Perché non c’è nulla che inauguri la vacanza come il sedersi al tavolo dell’aperitivo, resettare il cervello e scolarsi una boccia di prosecco o di spumante. Godimento garantito.

5) Pepe in grani

Qui parliamo alle papille dei malati di bistecca, quelli che in vacanza grigliano un giorno sì e uno anche e che soffrono nel vedere questa preziosa spezia torturata inutilmente nelle boccette di pepe già macinato – classiche abitanti delle dispense di campagna o del mare, in genere scadute da un paio d’anni e dal potere pepante pari a quello di una foto di Alessandro Ricci nudo, cioè zero.
Meglio portarsi da casa la Cannamela con la ghiera per macinare: con due grattate la bisteccona appena impiattata dopo aver degnamente sfrigolato sulle braci vi metterà in pace col mondo. Per chi ha visto la foto di Ricci nudo non basterà a riprendersi, ma non si può avere tutto.

6) La birra in frigo che vi aspetta

Ipa, stout, weizen, saison o pilsner: è uguale, non stiamoci a lambiccare sugli stili, che in questo momento non importano a nessuno. Perché la birra qui assume un valore assoluto che trascende la qualità del liquido: come per i monaci buddisti ciò che conta è la preparazione spirituale da cui poi nasce il rapido e conciso gesto zen. Ovvero sudare bestemmiando per scaricare la macchina e riportare la famiglia a casa, con la malinconica certezza di aver appena concluso e le ferie e dover riprendere il lavoro, ma sapendo che appena terminato il semi-trasloco c’è una birra ghiacciata che dissolverà scazzo e fatica nella comprensione cosmica del satori.

7) I bicchieri da vino

È un po’ da stronzi, lo ammetto, ma l’anno scorso ho trovato in dotazione soltanto i bicchieri delle collezioni Nutella, studiati apposta per dissolvere il bouquet anche del vino più aromatico e che hanno frustrato tutti gli assaggi effettuati. Quest’anno non mi fregano: mi porto i bicchieri da casa, e semmai per non perdere lo spirito della vacanza ci disegnerò sopra le Ranoplà o i Coccodritti.

Autore

Giulio Nepi

44 anni, doppio papà, si occupa da aaaaanni di comunicazione web. Genovese all’anagrafe ma in realtà di solide origini senesi, ha sposato una fiamminga francese creando così un incasinato cortocircuito di tradizioni enogastronomiche

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