Camargue tra paesaggi e gusto

da | Ago 25, 2016

I chilometri che la separano da casa sono pochi, il mare è lo stesso, non dovrebbe cambiare molto. E invece accade, tra Liguria e Camargue, che pare ci sia un oceano di mezzo. Un viaggio dalle parti della foce del Rodano può dare molti spunti in materia di sapori, oltre che a quelli garantiti su spiagge, piacevoli paesini e meravigliose città d’arte.

Prima un po’ di Provenza

Partendo in direzione delle paludi del parco nazionale della Camargue – che qui chiamano etàng, e i francesi fanno sembrare un luogo malsano e acquitrinoso un posto dove andare in vacanza, niente da fare, sanno vendersi meglio di noi – mi fermo in Provenza a visitare Gordes, il villaggio dove sono state girate alcune scene di Un’ottima annata, pellicolone enoromantico con Russel Crowe e la meravigliosa Marion Cotillard. Il film non è sicuramente un capolavoro, ma è godibile e i paesaggi sono stupendi, come questo paesino arroccato su un costone di roccia, in cui le case, le chiese e il castello sembrano sorgere direttamente dalla pietra, come se invece che essere costruite fossero scavate.

La vista dall’alto è incantevole, tra boschi verdi che ricordano il Chianti, campi dorati di grano maturo e campi di lavanda fioriti. È uno stereotipo, lo so, ma restare indifferenti è impossibile!

Gordes

Gordes

Salame di toro e vini delle sabbie

Dicevo, della Camargue. Piccola guida per orientarsi nei sapori di questo angolo del Sud francese: innanzitutto da provare il salame di toro, tipico di questa zona dove ben più delle mucche si bada ad allevare, appunto, i tori. Neri come la pece, pascolano tra campi e paludi assieme ai tipici cavalli, candidi come zucchero. Poi da non perdere una specie di condigiùn, insalata fredda di pomodori, patate bollite, pomodori, muscoli e gamberi, ben condito con olio, origano ed erbe aromatiche a piacere, che qui patriotticamente chiamano herbes provençal.

Discorso a parte merita il Vin de Sable, tipicamente rosè. Si tratta di vini tirati fuori da vitigni che crescono direttamente sulla sabbia, e il vino che ne nasce è acido e minerale, potente nei sapori di erbe e molto dissetante. Particolare interessante, queste vigne non sono state attaccate dalla fillossera, che non riesce a spostarsi nella sabbia. Quindi, in luoghi come il meraviglioso Domain du Jarras, si possono trovare piante antiche che continuano a cavarsela benissimo, immuni al devastante insetto americano.

Passeggiare lungo le mura

I luoghi, poi, sono incantevoli: fuori dal corso centrale iperturistico, le vie di Aigues Mortes sono tranquille di case basse che lasciano intravedere le alte mura, perfette, dalle porte si scorgono le saline rosate, la chiesa di Santa Sara a Les Saintes Maries de la Mer vale il viaggio solo per arrampicarsi in cima e camminare sul tetto di pietra bianca cotto dal sole. Oltre le Grau du Roi la spiaggia dell’Espiguette proietta il visitatore direttamente dentro Le Vent Nous Portera. E poi c’è Arles, un mosaico di romanità e medioevo che si incastrano, con scorci da tagliarsi via un orecchio!

Autore

Nicola Cavagnaro

Calcio, basket e cucina, le mie grandi passioni. Mi piacerebbe anche riuscire dignitosamente in almeno una di queste attività, ma sarà per la prossima volta. Nato a Sestri Levante, redattore siti web e telecronista. Difficile farmi stare zitto!

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