Potevamo non parlarne, noi, che nel nome ci definiamo clandestini? L’abbiamo letta due giorni su Corriere.it: a Parigi l’ultima moda è quella dei ristoranti clandestini. Gestiti da celebri chef o scrittori, garantiscono appuntamenti (e cene) al buio in case private. L’idea non è proprio nuova: avevamo già letto di “hidden eatery”, di “guerilla restaurant”, nascosti nel salotto di casa o in una vecchia soffitta o nel terrazzino vista metropoli.
Il primo sembra essere stato il Ghetto Gourmet di San Francisco, creato da Jeremy Towshend. L’idea è affascinante: prenoti via mail, dopo aver scoperto il giro tramite passaparola, e spesso solo all’ultimo sai dove si svolgerà la cena. Poi, è solo questione di convivialità, di incontri e assaggi. Clan – destino: un piccolo gruppo (clan) di sconosciuti avvicinati dal destino, e il gioco è fatto.
A Parigi è un successo: guardate qui e qui e ancora qui. A Roma sono geniali i The Fooders (autori di un blog tutto da leggere), che hanno proposto, nei mesi scorsi, un vero calendario di cene carbonare. E se lanciassimo l’idea di un incontro clandestino a Genova? A noi l’idea stuzzica. Lanciate segnali di fumo o tramite i commenti, e si organizza!