Quel che più colpisce, percorrendo in auto le Madonie, è il nulla umano che intercorre tra un paese e l’altro. Nulla umano, perché di suggestione, invece, nel paesaggio, ce n’è tanta. A partire da quella pietra rossa, ricca di ferro, e quella terra nera, su cui crescono ulivi, fichi d’india, fiori, arbusti, e frassini intagliati e finocchietto selvatico. Puoi incontrare una mucca solitaria sul ciglio del catrame, o un gregge di capre (con pecore frammiste), o una 500 con una nuvola sopra, ma di case e uomini, pochi, lungo la strada tortuosa che da Castelbuono porta su fino a Geraci Siculo.
Questa ricetta l’ho preparata in vacanza, a Finale di Pollina (provincia di Palermo) due settimana fa, usufruendo di una cucina economica: è un piccolo omaggio a questo territorio di selvatica intensità. Gli ingredienti sono pochi: fusilli corti bucati (ho usato pasta Barilla), salsiccia di capra, finocchietto selvatico, pomodorini, cipolle rosse e provola delle Madonie affumicata.
Fusilli con salsiccia e finocchietto
Per tre persone, ho tagliato a spicchi otto pomodorini maturi e affettato sottilmente poco meno di mezza cipolla rossa. Ho poi tagliato a dadini un pezzo di provola affumicata.
In abbondante acqua salata ho messo in infusione il finocchietto selvatico.
Intanto che l’acqua arrivava al bollore, in una padella ho fatto scaldare un filo d’olio extravergine, ho aggiunto per un brevissimo soffritto la cipolla, poi ho aggiunto i pomodorini e la salsiccia tagliata grossolanamente. Hanno cotto all’incirca dieci minuti, e li ho bagnati a metà cottura con un mestolo di acqua bollente.
Prima di buttare la pasta (300 grammi), ho tolto il finocchietto selvatico. Ho scolato la pasta decisamente al dente, e l’ho fatta passare in padella, un secondo dopo aver aggiunto al sugo la provola affumicata. Nel piatto, a guarnizione, un tocco di finocchietto selvatico. Buon risultato.
Io ho abbinato al piatto (di carta) un bel bicchiere di acqua liscia, ma ci sarebbe stato bene un bicchiere di Grillo di Nino Barraco o, per restare alle Madonie, all’economico Zurrica (grillo e chardonnay) dell’Abbazia Sant’Anastasia.