Mondial fùd(t): 1970 • Messico, BRASILE

da | Giu 19, 2010

Ci sono attimi che diventano ricordo nello stesso momento del loro scoccare. Il colpo di testa di Pelè su Burgnich è uno di questi: Pelè che sale altissimo, e Burgnich alto, e sembra che nessuno possa arrivare su quel pallone, e invece Pelè ci arriva, perchè, come un miracolo, rimane sospeso in aria per qualche frazione di secondo, giusto il tempo di attendere l’impatto con la palla. E’ la finale, una finale che vale doppio, perchè in palio c’è il mondiale e la Coppa Rimet, assegnata alla prima squadra capace di vincere tre edizioni della Coppa del Mondo. Il Brasile è immenso, e ci strapazza per 4-1 [18′ Pelè (B), 37′ Boninsegna (I), 66′ Gérson (B), 71′ Jairzinho (B), 86′ Carlos Alberto (B)]. La nostra partita da ricordare, però, è la semifinale, ItaliaGermaniaquattroatre. I supplementari più celebri della storia italica, con cinque gol e un’emozione collettiva che è entrata nella leggenda, nell’immaginario di un popolo. Su tutte le storie che si raccontano su questa famosa partita, quella che mi fa più sorridere è una frase attribuita a Schnellinger, autore del pareggio tedesco (in spaccata, unico gol della carriera con la maglia della sua nazionale) all’ultimo minuto del tempo regolamentare. Disse il terzino crucco che si trovò in area di rigore avversaria, a quel punto della partita, solo perchè l’uscita del campo era dietro la porta italiana, e lui già si stava avvicinando alle docce. Ora, se un giocatore che arriva ad una semifinale mondiale non aspetta altro che rintanarsi negli spogliatoi, si può giustamente dire che non ha meritato di arrivarci. Ma non ci crediamo, e gli diamo voto 10 per la migliore bugia del secolo. Per ricordare Mexico 70, ci gustiamo una caipirinha ghiacciata (© ph Patrick Silveira), cocktail brasileiro di gran moda nelle serate estive italiane.


Autore

Alessandro Ricci

Sotto i 40 (anni), sopra i 90 (kg), 3 figlie da scarrozzare. Si occupa di enogastronomia su carta e web. Genoano all’anagrafe, nel sangue scorrono 7/10 di Liguria, 2/10 di Piemonte e 1/10 di Toscana. Ha nella barbera il suo vino prediletto e come ultima bevuta della vita un Hemingway da Bolla.

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