I brasiliani ci prendono gusto e, come già aveva fatto l’Italia nel ’34 e ’38, bissano il successo ottenuto quattro anni prima. Si gioca in Cile, e l’Italia viene fatta praticamente fuori dai padroni di casa, al termine di una partita famosa più per le botte (in campo) che per il bel gioco. Questo è il mondiale soprattutto dell’immenso Garrincha, che segna quattro gol e mostra a tutti quanta poesia esista nel gioco dell’ala. Un gioco che non prevede, principalmente, il gol, ma l’assist finale, il cross vibrato quando il campo sgocciola sugli spalti. Per raggiungere lo scopo, l’ala ha due vie: c’è chi sceglie di correre veloce, il più veloce possibile, e gioca cavalcando una retta immaginaria. E chi, invece, come Garrincha, teorizza nuove regole geometriche: non sempre è la retta la via più breve tra il punto A e il punto B. Perchè Garrincha scatta e s’arresta, e fa veroniche, partenze e stop improvvisi, e poi finte e partenze, e tentennamenti di corpo coi piedi caldissimi, intenti a nascondere la palla. Lo svolazzo di una farfalla su un prato verde, questo è il mondiale di Garrincha. In finale il brasile regola la Cecoslovacchia per 3-1 [14′ Masopust (C), 17′ Amarildo (B), 69′ Zito (B), 78′ Vavà (B)]. Per celebrare la seconda vittoria brasiliana, vi regaliamo un peixe na brasa, un pesce alla brace che giunge direttamente da Rio de Janeiro, la città di Garrincha (© ph Marcelo Trasel).
Marco Rezzano (Enoteca Regionale Ligure): i punti di forza del fare vino in Liguria
In una recente chiacchierata in diretta che abbiamo fatto con alcuni produttori ed esperti di vino in Liguria, il Presidente dell’Enoteca Regionale della Liguria Marco Rezzano, vero e proprio Virgilio della nostra Regione per ciò che riguarda l’enomondo e non solo, ha...