Davide e Golia

da | Ott 12, 2011

Gualtiero Marchesi progetta panini per McDonald’s.
Questa la notizia che da venerdì rimbalza soprattutto su internet, mentre la carta stampata critica sembra stranamente latitante se si eccettuano alcuni casi (come ha scritto anche Carlo Cambi su Libero di sabato). Sulla vicenda abbiamo taciuto anche noi fino ad ora. Perché è fin troppo facile criticare; perché si sa che anche i cuochi subiscono l’attrazione forte del business; perché sparare sempre su McDò è un po’ come ricalcare il vecchio teatrino di Cappuccetto Rosso e del Lupo Cattivo.

Però c’è un fatto emblematico: la multinazionale ha dato alle stampe una pagina pubblicitaria che recitava: “Slow e fast non sono mai andati così d’accordo“, giocando sui nomi (Adagio e Vivace) dei due panini firmati Marchesi. Quello che è più interessante, lasciando da parte Marchesi e le sue scelte, è proprio l’atteggiamento del colosso del fast food. Prima le insalate, poi le tabelle nutrizionali. Da qui si è passati all’introduzione di McItaly con prodotti italiani per arrivare ai panini firmati dal decano dei cuochi di casa nostra. Oggi chi entra nei McDonald’s di recente ristrutturazione si trova davanti a un ambiente personalizzato (e localizzato), dove campeggiano i consigli alimentari, le garanzie sulla filiera e sull’utilizzo di prodotti di qualità.

E’ solo abile strategia di marketing o c’è dell’altro? Se ci trovassimo di fronte a un passo indietro del colosso? Se Davide avesse fatto uno sgambetto a Golia? Il McDonald’s che introduce Parmigiano e olive ascolane. Certo, è lecito avere timori, pensare a un inserimento della multinazionale in campi non propri. Ma se invece anche McDonald’s, per una ragione di immagine e business, avesse dovuto almeno in parte cedere?

Il gusto standardizzato, almeno a livello mondiale, si è dimostrato un fallimento: i panini Usa non possono trasportarsi tout court in Italia, come si era pensato qualche decennio fa, così come non è più attuale il locale standard degli inizi. Anche McDò deve italianizzarsi, parlare un linguaggio comune. E l’utilizzo di prodotti italiani, magari anche certificati, non significa forse che questo linguaggio è entrato nel lessico quotidiano? Che la battaglia degli ultimi anni ha portato i suoi frutti? Certo Golia rimane Golia, ma Davide sicuramente non è più il ragazzino sbarbato di un tempo.

Autore

Fabio Molinari

L’unica persona sera in questa gabbia di matti. È un po’ che non scrive su Papille, ma ci ha lasciato bellissimi pezzi su vini, posti in giro per l’Italia e cazzabubole

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