L’anatema del lunedì – La tassa sui grassi

da | Ott 10, 2011

[canzone in abbinamento per questo post: Fat Old Sun, 41 anni oggi dalla sua pubblicazione]

No, non scrivo questo post solo perché ieri mia sorella mi ha cazziato con un: “Hai messo su una bella panzetta, eh?”.
La notizia ha qualche giorno: dal 1° ottobre in Danimarca è entrata in vigore la prima “fat tax” sugli alimenti. Come funziona? I prodotti che contengono una percentuale superiore al 2,3% di grassi saturi subiranno un’imposta pari a 16 corone danesi (2,15 euro) al chilogrammo di nutriente. I rincari non sono proprio leggeri: il burro è aumentato del 30%, un sacchetto di patatine dell’8%, l’olio d’oliva del 7,1% (dati tratti da un articolo del grande Elmar Burchia pubblicato sul Corriere.it).

Dunque? Dunque un paese che non è ai primi posti per casi di obesità (il 10% dell’intera popolazione, molto sotto la media europea, per non parlare degli Usa) mette in vigore una norma salutistica che porterà alle casse del paese non meno di 200 milioni di euro l’anno.
Giusto, non giusto? Essere (troppo) grassi non è bello. Fottersene allegramente delle conseguenze sulla propria salute (e pure sulla collettività, in termini di costi) neppure. E’ da capire però se una tassa del genere possa davvero funzionare da deterrente o sia solo un espediente per battere cassa.
A me, sinceramente, pare più un autovelox dei grassi saturi… che ci sia del marcio in Danimarca?

P.S: E se fosse applicata in Italia? Premesso che, anche a mie spese, preferirei questa tassa all’obbrobrio del condono tombale, dubito che mai arriverà. Lo avete ammirato il girovita dei Scilipoti e Friends? Ah già, lorsignori con qualche norma ad castam ne sarebbero dispensati… meglio fare scorta di panetti di burro, allora…

Autore

Alessandro Ricci

Sotto i 40 (anni), sopra i 90 (kg), 3 figlie da scarrozzare. Si occupa di enogastronomia su carta e web. Genoano all’anagrafe, nel sangue scorrono 7/10 di Liguria, 2/10 di Piemonte e 1/10 di Toscana. Ha nella barbera il suo vino prediletto e come ultima bevuta della vita un Hemingway da Bolla.

Leggi gli articoli correlati

Articoli correlati

Attori, mangiate!

Attori, mangiate!

Gli attori non mangiano. Non stiamo parlando delle diete delle star, ma proprio del mangiare nei film, di tutte quelle scene in cui gli attori di Hollywood o Cinecittà sono di fronte a qualcosa di commestibile. Ma non mangiano. Il perché è semplice e ce lo svela...

Noi, analfabeti dello sguardo e la pizza di Cracco

Noi, analfabeti dello sguardo e la pizza di Cracco

I fotografi di fine Ottocento dovevano seguire un diktat ben preciso nel comporre le pose artefatte dei ritratti di famiglia. Era l'Italia degli emigranti oltre oceano, e i Pedemonte, i Pittaluga, gli Ottonello, spedivano le foto ai cari sbarcati nel nuovo continente...

L’oste genovese, l’insalata e Tripadvisor

L’oste genovese, l’insalata e Tripadvisor

È dura la vita del ristoratore ai tempi di Tripadvisor. Uno strumento che sulla carta democratizza e universalizza le altrimenti elitarie recensioni di ristoranti, ma che della democrazia e dell'universalità si porta dietro pure le magagne -  leggi alla voce scazzi,...