Sul Boscareto Resort

da | Ott 21, 2010

Ieri sul blog Vino al Vino di Franco Ziliani ho letto un bel post riguardante il Boscareto Resort di Serralunga d’Alba. Non so chi di voi abbia presente la struttura. Immaginatevi il cuore delle Langhe, solo vigne pettinate, solo colline, e sulla cima di una, un uppercut di cemento e vetro scaricato senza ritegno del paesaggio circostante. Nel post di Ziliani si scopre che anche nel libro La Colata – Il Partito del cemento che sta cancellando l’Italia e il suo futuro (scritto da cinque giornalisti, Andrea Garibaldi, Antonio Massari, Marco Preve, Giuseppe Salvaggiulo e Ferruccio Sansa ed edito dalla casa editrice Chiarelettere) si parla di questo orrore architettonico. 

Non ho letto il libro, e mi prometto di farlo. Mi ricordo che l’unica volta che ci sono andato per una manifestazione, lo scorso autunno (aveva appena inaugurato), salendo lungo la strada verso Serralunga, da lontano ho visto una costruzione insensata, e brutta, e ho detto a chi mi stava vicino: “Ma cos’è, un ospedale orrendo nelle vigne?”. Purtroppo era il Boscareto Resort. Quando, tra conoscenti, ne ho criticato la costruzione, alcuni mi hanno rinfacciato che essere contrari al Boscareto significa essere contrari allo sviluppo turistico delle Langhe. Bene. Oggi il Boscareto è un resort di lusso e un ristorante citato con ottimi voti da tutte le guide. Ma non cambio parere. Ci può stare un resort ultralusso nelle Langhe, ma andava costruito seguendo linee estetiche e architettoniche rispettose del paesaggio, utilizzando materiali adeguati, cercando di inserirlo pacatamente nel panorama. Invece il Boscareto è uno schiaffo brutale: al paesaggio, alla sensibilità del luogo, all’anima delle Langhe. E mentre mi domando come sia possibile che vengano dati i permessi per costruire edifici così impattanti (non è certo l’unico caso in Italia di malarchitettura), i miei occhi vorrebbero spegnersi, o voltarsi verso un’altra collina, ogni volta che ce l’ho di fronte.


Autore

Alessandro Ricci

Sotto i 40 (anni), sopra i 90 (kg), 3 figlie da scarrozzare. Si occupa di enogastronomia su carta e web. Genoano all’anagrafe, nel sangue scorrono 7/10 di Liguria, 2/10 di Piemonte e 1/10 di Toscana. Ha nella barbera il suo vino prediletto e come ultima bevuta della vita un Hemingway da Bolla.

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