Bah, beh, boh. Oggi sono stato al Salone del Gusto. Inevitabile andarci. Ho passato la mattinata a dire: “bah, beh, boh”, girando tra il Padiglione 1 (con i produttori e presidi internazionali), 2 (tanto Piemonte e il resto del nord) e 3 (centro e Sud Italia). Me lo sono chiesto anche davanti allo Street Food, dove mi sono fermato a mangiare pani ca’ meusa, olive all’ascolana e bombette pugliesi (meglio non chiedere al mio fegato le conseguenze di questa dieta…). Uno street food che non schierava pezzi grossi dello scacchiere italiano. Due nomi? Pizza e lampredotto, per esempio. Bah, beh, boh. Bah, beh, boh. Ho trovato il Salone un po’ uguale a se stesso, e forse anche in tono minore. Certo, sempre una gran bella roba. Ma nessuna vera novità, un ritmo non certo slow, una nuova disposizione degli espositori che mi ha convinto meno della scorsa edizione.
Mi sono fermato allo stand del Birrificio del Ducale, ho assaggiato le loro quattro (splendide) birre. Poi sono scivolato tra gli espositori internazionali. Un pezzo di formaggio qui, una faccia di sole e vento là, il profumo di arance e cannella nell’aria, un foulard di stelle e savana danzante nel cielo di Torino e vecchie varietà di mandorle dell’Uzbekistan. E piano piano, come una musica in crescendo, ho trovato il mio ritmo, la giusta propensione al divagare, trascurando (il più possibile) folla e stand promozionali poco azzeccati.
Sono tornato a casa con qualche prodotto, nulla di abbondante. Pasta campana abruzzese e pugliese, un formaggio veneto, un salume basco, dei fichi dottati calabri, del pane ferrarese, e poi birra emiliana. Bah, beh, boh. Qualche dubbio mi rimane. Ma anche una consapevolezza: al prossimo Salone ci sarò di nuovo.
si si si. quoto in pieno il post. unisco al dolore per il lampredotto quello per la mancanza dei moscardini del brenta fra i cibi di strada a questo giro. mi fa un po' paura l'affinità negli acquisti fra te e mio padre (soprattutto per la pasta). secondo me c'erano più birre, ne avrò assaggiate sette di cui cinque veramente fiere e sto stretto nel giudizio. del resto mi sembra anche che ci fossero meno vini fra gli stand, a occhio direi che ciò è dovuto alla concentrazione di marchi e cantine nell'enoteca al pad. 3. in generale, ogni volta mi convinco che due anni dopo lo vivrò in modo diverso, starò due giorni, sentirò tante conferenze, parteciperò attivamente agli workshop di terra madre… ma poi va sempre bene il low (slow?) profile, soffermarmi sulle mie tre quattro regioni preferite, farmi raccontare dei presidi fra gli stand, uscire stanco ma felice dal parco giochi con la chiocciolina