Cioccolata, cioccolato: sono sinonimi o hanno diverso significato? Quale preferire?
Storicamente il termine è arrivato in Europa dallo spagnolo chocolate, mutuato da un termine di origine amerindia (nahuatl cocholatl).
In Italia il termine cioccolate arriva nel Seicento. E descriveva l’unico modo con il quale il cioccolato si consumava un tempo, ossia sciolto (era una pasta, non una tavoletta) in acqua o latte con aggiunta di zucchero. Poi si registrano cioccolatte, cioccolata e cioccolato. E a seconda delle regioni, nel Settecento, abbiamo cioccolato in uso in Lombardia, cioccolata in Piemonte, Veneto, Emilia, Toscana, Roma, Napoli, Sicilia, mentre i sardi continuano con cioccolate.
La doppia forma, dunque, è storicamente accettata. Ma già nell’Ottocento – quando rimangono soltanto i termini cioccolato e cioccolata – si inizia a fare un distinguo, indicando con cioccolato la pasta o tavoletta, e con cioccolata la bevanda. Distinguo che si mantiene tuttora: l’abitudine nell’uso fa preferire il termine maschile per il prodotto (es. cioccolato fondente, cioccolato al latte, degustazione di cioccolato) e il termine femminile solo per la bevanda (cioccolata calda).
Per maggiori informazioni, non c’è che l’Accademia della Crusca (da dove ho brillantemente copiato tutto). E se proprio non siete sicuri, affidatevi a San Google: per cioccolato risultano 22.800.000 pagine italiane, per cioccolata soltanto 4.700.000.
(nella foto, le macchine dell’Ottocento del laboratorio Romeo Viganotti di Genova)