Campagna verde a Castiglione Tinella

da | Lug 28, 2010

Per arrivare al paese di Castiglione Tinella si può salire da Santo Stefano Belbo o da Castagnole delle Lanze. L’incanto del paesaggio non cambia: sono solo colline e vigne e cantine, in un disegno che di naturale e primitivo ha poco ma che evidenzia una geometria umana tendente alla perfezione.  Cambia, invece, la geografia: il paese di Cesare Pavese è provincia di Cuneo, Castagnole invece è ancora Asti. Il confine tra Langa e Monferrato, qui, si fa incerto, si modifica dopo poche curve. Certo è che Castiglione Tinella è la capitale del Moscato d’Asti. Lo testimonia la terra, bianca, argillosa. Lo ricordano le tante cantine eccellenti: Saracco e La Caudrina, per citarne due. Castiglione, in sé, è un paese di poche case sovrastato da una chiesa sproporzionata per dimensioni al borgo. A Castiglione c’è una bella osteria con cucina, Verderame. E un ristorante che sorge davanti al Santuario della Madonna del Buon Consiglio, luogo di culto già nel XVII secolo.

L’ampia casa in mattoni e l’insegna (“Campagna Verde”) fanno presagire una cucina del territorio. Presagio corretto, ma c’è di più. C’è del talento nella guida di questo locale, suddiviso in tre sale, una grande, da cerimonie, due più raccolte, dai toni pastello, con tavoli rotondi ben distanziati e apparecchiati con cura. Il merito va a Mirella Bianco (sommelier) e ai fratelli Arione, Paolo in sala, Massimo in cucina. La cucina si rispecchia certo nel territorio, ma con fantasia e estrema attenzione ai particolari. Si capisce subito, dal pane casalingo (con farine biologiche del Mulino Marino, che ritroveremo anche nelle paste fatte in casa) e dagli assaggi che precedono l’antipasto: il buon salame crudo di produzione propria accompagnato da una saporita schiacciatina al rosmarino, le frittatine di fiori di zucchina e erbette, il crostino con formaggio dolce.

Della bravura del cuoco è prova certa il dorso di coniglio profumato alla salvia, tonno di coniglio e suo fegato brasato al porto, radioso, da applausi. Il girello cotto al punto rosa con la salsa tonnata è quello che la tradizione impone, e che il palato richiede. Altre scelte possono essere la battuta di fassone all’albese, il petto d’anatra femmina arrosto su carciofi nostrani stufati o la quaglia nelle diverse cotture. Tra i primi, saporiti i tajarin di Langa ai funghi porcini; molto buoni gli gnocchi di seirass all’ortolana profumati al timo. La coscetta d’anatra arrosto con patate è di somma soddisfazione, così come la punta di vitello alle erbe di Langa cotta al forno. Si chiude con semifreddo ai formaggi dolci e gelato ai lamponi o trancio alla vaniglia e nocciola con biscotto al cioccolato. Cantina territoriale, prezzi onesti che più onesti non si può. Per un pasto completo, dall’antipasto al dolce, si galleggia sui 30 euro.

Campagna Verde

Indirizzo: strada provinciale Balbi 22, Castiglione Tinella (CN)
Telefono: 0141 855108

Autore

Alessandro Ricci

Sotto i 40 (anni), sopra i 90 (kg), 3 figlie da scarrozzare. Si occupa di enogastronomia su carta e web. Genoano all’anagrafe, nel sangue scorrono 7/10 di Liguria, 2/10 di Piemonte e 1/10 di Toscana. Ha nella barbera il suo vino prediletto e come ultima bevuta della vita un Hemingway da Bolla.

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