Che ci sarà di nuovo da aggiungere sugli effetti nefasti del fast food per la nostra salute?
Per esempio, qualche studio che si ostina a dimostrare che fa male. Non solo alla salute, ora pure alla mente.
Gli studiosi Zhong Chen-Bo e Sanfod E. DeVoe dell’Università di Toronto, per esempio, hanno tentato di dimostrare che il modo in cui mangiamo condiziona le nostre scelte e il nostro comportamento anche in ambiti che non riguardano il cibo. Pubblicità ed esperienze legate all’alimentazione rapida e di scarsa qualità, insomma, influenzerebbero il modo in cui pensiamo e agiamo nella vita. Vedo l’immagine di una coscetta di pollo fritto? Voglio tutto e subito. Vedo il logo di un fast food? Mi viene da spendere più del dovuto. Penso a un hamburger? Mi interessa più la durata della genuinità, della tutela ambientale.
Lo studio si è svolto in tre fasi. La prima: il fast food stressa. Gli studiosi hanno mostrato come, dopo aver visto anche per pochi millesimi di secondo immagini di fast food, le persone sono più inclini a fare le cose di fretta anche senza nessuna pressione. Secondo test: pensando ad un pasto fast, si è più inclini a scegliere prodotti a lunga conservazione piuttosto che ecologici, buoni, o semplicemente belli. Infine, mangiare veloce influenza anche la nostra capacità di fare investimenti lungimiranti. La sola visione di un logo di fast food, secondo gli studiosi, induce a scegliere piccoli guadagni a breve termine piuttosto che somme maggiori in là nel tempo. (Meglio l’uovo oggi o la gallina domani?)
Ma udite udite. Non è mica finita qui. I risultati di un altro studio, coordinato dall’Università di Bristol e pubblicato sul Journal of Epidemiology and Community Health, sembrano dimostrare che se un bambino conduce una dieta disgraziata tra i 3 e gli 8 anni, il suo QI sarà più basso rispetto a quello di un altro ragazzino che ha tenuto un’alimentazione virtuosa.
Siamo alle solite. Al di là della sostanza scientifica di questi studi, nel cui merito non entriamo (per non correre il rischio di banalizzare con frasi del tipo: bimbo con Bic Mac = bimbo tarato), quello che sembra interessante è l’attenzione sull’alimentazione dei piccoli e la consapevolezza che avere una cultura del mangiare sano alla fine qualche effetto positivo ce l’ha. Non ci interessa demonizzare l’hamburger perché alzi la mano chi non ha un fremito, un impulso quasi incontrolabile, quando passa davanti ad un fast food qualunque. Le debolezze esistono, come esistono pubblicità subdole e messagi subliminali.
L’importante è sapere che ci sono anche i ravioli, le lasagne, l’arrosto, il branzino, l’insalata, un’arancia, gli asparagi e i carciofi.
Il tuo QI se ne gioverà sicuro.