Fotografando grano duro

da | Set 3, 2010

Grande, la pasta di Gragnano. Erotica, con la sua porosità accentuata, la capacità di catturare il sugo e non lasciarlo più, senza però perdere la giusta mordenza, la propria identità. Ne apro un pacchetto, mi faccio un sughetto semplice semplice, pomodori freschi buttati lì, con un filo d’olio, uno spicchio d’aglio, un leggero trito di erbe aromatiche. Il tempo di cuocere la pasta, poi l’incontro in padella. Che meraviglia! Sto così bene che mi viene voglia di fotografarla, la pasta. E l’ho fatto. L’ho incontrata sotto un palmizio, e poi dieci indiani attorno ad un lago, e in coda verso la pentola, ho conosciuto l’individualista, l’incompresa e il lavoro di gruppo. Sto impazzendo?

Autore

Alessandro Ricci

Sotto i 40 (anni), sopra i 90 (kg), 3 figlie da scarrozzare. Si occupa di enogastronomia su carta e web. Genoano all’anagrafe, nel sangue scorrono 7/10 di Liguria, 2/10 di Piemonte e 1/10 di Toscana. Ha nella barbera il suo vino prediletto e come ultima bevuta della vita un Hemingway da Bolla.

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