Notti magiche, cantavamo, sulla scia di Gianna Nannini e Edoardo Bennato. Italia ’90, i mondiali tornano nel Belpaese, dopo l’edizione del 1934. Gli azzurri sono forti. In panchina siede Azeglio Vicini. In campo, Zenga e Baresi, Bergomi e Maldini, e poi Donadoni, Vialli, un giovane Roberto Baggio. Ma la copertina spetta a Totò Schillaci, sguardo spiritato, piede caldissimo, capocannoniere del torneo con sei reti. Il sogno azzurro, lo ricordiamo bene, si infrange il 3 luglio a Napoli, in semifinale, contro l’Argentina di Diego Armando Maradona. Di.Ar.Ma. chiede a Napoli di tifare per lui, ma Napoli non rinnega la maglia azzurra. Segna Schillaci, Zenga esce male e Caniggia pareggia. Ai rigori ci condannano gli errori di Donadoni e Serena. L’Argentina va in finale. All’Olimpico di Roma incontra la Germania Ovest (alla sua ultima apparizione, ancora non si sa, ma nell’autunno accadranno fatti nuovi a Berlino). Lo stadio tifa Germania, tifa contro Maradona. L’inno argentino viene fischiato e Di.Ar.Ma. non trattiene una lunga litania di “hijos de puta” sputata in mondovisione. La Germania vince al termine di una partita brutta, con un rigore molto generoso fischiato a sei minuti dalla fine e realizzato da Brehme. Di.Ar.Ma, zoppicante, chiude con le lacrime un mondiale costato altre lacrime a tanti italiani. Per ricordare questi mondiali, vi regaliamo una pizza con wurstel e patatine fritte: brutta come la finale e guarnita di teutonici ingredienti.
Marco Rezzano (Enoteca Regionale Ligure): i punti di forza del fare vino in Liguria
In una recente chiacchierata in diretta che abbiamo fatto con alcuni produttori ed esperti di vino in Liguria, il Presidente dell’Enoteca Regionale della Liguria Marco Rezzano, vero e proprio Virgilio della nostra Regione per ciò che riguarda l’enomondo e non solo, ha...