Scaròtamelo nel gargarozzo

da | Nov 24, 2010

Qual è quello snack contenuto in sacchetti di plastica dai colori fosforescenti e le scritte pop, che crocca ed è arancione? Qualunque risposta vi sia venuta in mente (io avrei detto Chips San Carlo più gusto), è sbagliata. Almeno negli Stati Uniti infatti dovreste rispondere, con tono felliniano da rigatoni,  “carote”.

E’ infatti in corso una controffensiva salutista contro il cibo spazzatura, guidata dalla filosofia “se non puoi batterli unisciti a loro, se non puoi convincerli confondili”, che fa tanto Sturmstruppen ma che folle non è. La guida la battagliera industria carotaria statunitense, decisa ad usare lo stesso linguaggio di marketing del junk-food per “fregare” i consumatori (il target è soprattutto scolastico) e fargli mangiare vere verdure con vere vitamine invece di quegli aggeggi a base di patate disidratate, destrina di tapioca e guanilato disodico.

Ed ecco le confezioni fosforescenti e le pubblicità assurde fatte apposta per fissarsi nella testa di un adolescente americano, sganciando l’immagine della carota da quella della mamma che insiste per fartela mangiare quando non la vuoi. Come gli sarà venuto in mente, chiederete. Indizio: il CEO di una delle produttrici di minicarote è stato a lungo presidente della Coca Cola per il Nordamerica…

Abbozza il patròn di Frito-Lay (non so cosa siano, ma dal nome frittoloso immagino): “Siamo felici di servire da ispirazione, sappiamo che la gente non mangia abbastanza frutta e verdura e applaudiamo ogni sforzo che offra al consumatore un panorama di snack [sic!] più ampio” (dopo due minuti da questa dichiarazione immagino che sia entrato in ufficio urlando, “presto! Inventate immediatamente delle confezioni ancora più junk, non voglio confondermi con quella merda ambientalista!”).

Certo, a me queste carotine tutte perfettamente uguali mettono un po’ di inquietudine, ma per la fauna che vive in situazioni da Supersize Me, è comunque un bel passo avanti.

Ecco lo spot, imperdibile. S.P.Q.A

Autore

Giulio Nepi

44 anni, doppio papà, si occupa da aaaaanni di comunicazione web. Genovese all’anagrafe ma in realtà di solide origini senesi, ha sposato una fiamminga francese creando così un incasinato cortocircuito di tradizioni enogastronomiche

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