Ieri, ore 11. Un amico mi manda un sms. “Oggi sono a Genova con la famiglia per la mostra sugli Impressionisti a Palazzo Ducale. Dove mi consigli di andare a pranzo? Un posto da tanta tipicità e poco prezzo”. Alla ricezione, penso: “Tranquillo, un posto lo troviamo di sicuro”. E’ il 6 gennaio, e non è una Befana qualunque, visto che cade pure all’inizio di un mezzo ponte. Genova ha finalmente l’attrazione di una mostra di respiro internazionale e l’Acquario tira sempre frotte di famiglie. Insomma, se mi sbrigo, un tavolo per quattro libero lo troverò in una delle trattorie del centro storico.
Invece.
Non è che il centro storico offra un mare di alternative. Purtroppo. Non sono poi molte le trattorie dalla cucina tradizionale, ben eseguita, a prezzi corretti. Ma qualche nome ce l’ho in mente. Penso a Sa Pesta. Chiusa. Mi butto su Antica Osteria di Vico Palla. Completa alle 11. Provo con il Fabbro. Non rispondono al telefono. E l’Axillo? Apre solo la sera. Va bè, non è lontana La Forchetta Curiosa. Riapre domani. Ancioe, Belle Donne? Irrintracciabile. Provo, come ultima carta, Vegia Zena. Finalmente trovo risposta, e un tavolo da quattro libero.
I problemi sono tanti, milioni di milioni. Non poter pranzare bene nel pieno centro di Genova in un mezzogiorno festivo non è certo il più grave. Però così la città non crescerà mai, e magari la prossima volta il mio amico, al posto di tornare da Alessandria a Genova per una visita all’Acquario, sceglierà Milano, Torino, Cremona o Montecalvo Versiggia. E noi genovesi ci lamenteremo della crisi, di questa città che sì, i panni industriali è riuscita a dismetterli, ma il turismo ancora non decolla.
Poter pranzare bene in un mezzogiorno festivo per una città a vocazione turistica è un bene essenziale. E se è un bene essenziale, allora, facciamo come le farmacie, che a turno sono aperte, nei giorni festivi, per garantire il servizio?
P.S: Una delle leggi del mercato è che l’offerta si adegua alla richiesta. Il tutto esaurito alle 11 dell’Osteria di Vico Palla, dimostra invece che, almeno ieri, la domanda superava l’offerta. Sono certo: se i ristoranti a cui ho telefonato ieri fossero stati aperti, avrebbero tutti fatto la giornata. Non è questione di domanda. E’ questione di mentalità.
…e proprio la mentalità, fa si che non troverai mai niente di aperto a Genova nei giorni di festa caro mio!
Giustamente il problema non è non poter pranzare, ma perchè non si possa pranzare in certi giorni a genova.
E la risposta secondo me è piuttosto semplice, e sta nella testa del genovese ruspante o D.O.C. se preferisci, e perchè no anche in quella dell' oriundo che ormai parla dialetto; belinne!
La verità, è che storicamente non siamo molto ospitali.
Questa storia sul turismo che non decolla, va avanti da sempre per quanto mi ricordi, ma evidentemente ai ristoratori (e non solo) va bene così.
Sempre secondo il mio umilissimo giudizio, il ragionamento è il seguente,"non ne ho bisogno, non apro! fanculo il turismo!"
Il punto è che chi si diverte vorrebbe che tenessi aperto e chi lavora vorrebbe chiudere per divertirsi a sua volta, quindi se non ne ha bisogno non apre e si va divertire in un' altra città perchè a Genova è tutto chiuso!
Comunque sotto le feste, sarà meglio che dici al tuo amico di indicarci lui un posto dalle sue parti dove si mangia bene, si spende poco e sicuramente sarà aperto, senza però dimenticare cosa ci insegna la storia!
Piemontese… falso e cortese
…si è una questione di mentalità sicuro ! Però aggiungerei anche che tutta questa accoglienza per i turisti non esiste a livello di comune e provincia , non abbiamo neanche più il chisco di piazza Matteotti , forse tra i pochi ( se ce ne sono altri in città oltre al porto antico ) che era veramente utile al turista .
Ricordiamoci che l'estate del 2010 è stata esemplare per chi ha un dehor visto il raddoppio della tassa sull'occupazione suolo , per potersi permettere di aprire a mezzogiorno in giornate tipo la domenica o festività in genere , vuol dire impegno di personale con i giusti scatti di retribuzione per chi lavora . I costi lievitano parecchio e a parte i ristoranti e trattorie di fronte o dentro l'area porto antico gli altri devono vedersela con tutto ciò che è "kebab" o fare la guerra con i vicini ristoratori che fanno menù a 7 euro e si potrebbe andare avanti così per alcuni lunghi minuti . Io sono per l'apertura dei locali pubblici " SEMPRE E COMUNQUE " , ma la realtà , in questo caso genovese , non mi sembra che dia dei riscontri così ottimali . Investire in un'apertura in giorno di festa o di Domenica , ha bisogno di denaro e tempo , che sono due cose che purtroppo ad oggi vanno di pari passo . Sempre comunque dell'idea che bisognerebbe essere più presenti per accogliere chi viene a visitare la nostra bellissima città , purtroppo ancora ricca di genovesismo negativo in questo caso . Mi ripeto , la mentalità è sicuramente una delle cause determinanti di questo insuccesso di "accoglienza" , ma direi di cominciare a valutare anche altri aspetti che purtroppo non ci aiutano ad essere presenti e competitivi con altre città .
Sicuramente come scritto da PAPILLE , una città che VORREBBE essere turistica …..
Nella speranza di avere torto marcio e che tutto da domani stesso cambi in maniera totale , saluto e a presto . Max . 🙂
la Trattoria da Mario in salita S.Paolo era sicuramente aperta!
saluti.