Nun te reggae più

da | Dic 16, 2010

Un tempo non c’era che l’Artusi,  un lungo lavoro di raccolta delle ricette delle signore italiane, uno scambio che era culturale, linguistico, culinario al tempo stesso, il segno di un cambiamento epocale della storia dell’Italia che si univa, prima di tutto, intorno a un piatto di lasagne.Qualche decennio  (e qualche antenna televisiva) dopo è tutto un pullulare di ricettari, guide, consigli e trasmissioni assortiti. All’ora dei pasti non si fa altro che spignattare, da un lato la Parodi dall’altro la Clerici, ma anche Gusto e l’onnipresente Alessandro Borghese che su La 7 cucina e fa cucinare, giudica e consiglia, come direttore di un’orchestra di penne e pentolacce.

Entrando in libreria la solfa non cambia: pile di ricettari, signori sorridenti e rassicuranti che occhieggiano dalla copertina, la Clerici che surclassa Suor Germana e la Parodi che scala le vette delle classiche e riempie le vetrine delle Feltrinelli. Eppure lo so, ne sono certo, c’è stato un tempo in cui a mezzogiorno c’era solo Corrado e la cucina si faceva in casa, con quattro appunti presi su un foglio di carta, un quaderno che come una sorta di Bibbia domestica passava attraverso le generazioni.

Certo in mezzo ci sono stati gli anni Ottanta, le riviste con le lettere delle casalinghe: e allora via con i ritagli che si infilavano tra i fogli, le belle foto, le ricette che si facevano la domenica. Oggi la cucina troneggia tra i cinque minuti al tiggì e l’ora di trasmissione, con Libero che in maniera molto cordiale fa notare nel solito titolone che “Cotto e mangiato” si è cucinato (almeno nelle classifiche) il “bollito” Eco, in una sfida casalinga tra due alessandrini di successo (tra casa natale della Parodi e quella di Eco non c’è più di un chilometro). E in quest’epoca in cui anche il ministro Brunetta scrive di cucina mi sorge spontaneo un appello a favore degli alberi: cercate in casa, nei cassetti e nelle soffitte, guardate tra i vecchi quaderni, magari potrebbe spuntare qualcosa di più interessante e originale dei tanti libri di cucina che invadono gli scaffali. Del resto a chi dareste più credito?  Alla nonna, con il grembiule un po’ logoro e la scrittura sgrammaticata, o a un volto sorridente da copertina? Io, per queste feste, cucino cercando qualche idea originale sul web, dove non mancano di ritrovarsi le massaie (o i massai che dir si voglia) del nuovo millennio. E se devo regalare un libro, in barba ai giornali e alle classifiche, se devo scegliere tra due concittadini (con tutto il rispetto per Benedetta, brava e cordiale) io scelgo Eco e il suo “Cimitero di Praga”. Del resto, come mi insegnano i nonni, almeno in Piemonte con il bollito a Natale si fa sempre bella figura.

Autore

Fabio Molinari

L’unica persona sera in questa gabbia di matti. È un po’ che non scrive su Papille, ma ci ha lasciato bellissimi pezzi su vini, posti in giro per l’Italia e cazzabubole

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