Come è noto, a partire dal 15 di maggio, per effetto dell’ennesimo aumento automatico dell’IVA, vi saranno tutta una serie di prodotti che finiranno nel calderone dei cosiddetti “beni di lusso”, soggetti al balzello del 22%. La maggior parte di questi non avrebbero interessato il comune mortale, se non fosse stato per una leggerissima svista del legislatore.
Come ha scoperto Il Fatto Alimentare, infatti, indagando nelle piegoline del decreto, è saltato fuori che l’IVA aumenterà per tutti i prodotti De.Co., denominazione comunale. Compresa dunque la Focaccia genovese, che si fregia del prestigioso riconoscimento assieme ad altre dozzine di prodotti tipici italiani.
Secondo la ricostruzione del Fatto, sarebbe successo che in sede di definizione del decreto, ci si sia semplicemente dimenticati di citare fra le eccezioni proprio i prodotti De.Co.
Immediata dunque la conseguenza: aumento dell’IVA per la Focaccia, dal 4% tipico dei prodotti da forno destinati al consumo, al 22% dei “beni di lusso” a fare effetto dal 15 di maggio. Fatti i conti della serva, un etto di focaccia arriverà a costare intorno agli 1,20 Euro.
Il quotidiano ha immediatamente contattato il relatore del decreto, Francesco Ghiozzo, parlamentare del PD, che ha assicurato che il Governo si è accorto dell’errore e che rimedierà immediatamente intervenendo in sede legislativa.
I tempi tuttavia non saranno immediati: è prevedibile che ci sia almeno un mese “di interregno” con i De.Co. e la Focaccia al 22%, prima che – per la metà di giugno – le cose possano essere rimesse a posto.
Forti critiche ovviamente dalle associazioni di categoria e da quelle dei consumatori. Roberto Cicerello del M5S ha presentato una mozione di sfiducia contro il Ministro dell’Economia Gianni Padoan, accusando il Governo “di scarsa attenzione ai prodotti tipici italiani, già sufficientemente minacciati dall’eccessivo uso delle reti da pesca a strascico, che stanno estinguendo gli stock del raro pesce Pisquano”