Lo champagne più vecchio del mondo

da | Lug 19, 2010

Piero Lugano e il suo spumante lasciato a riposare tredici mesi a 70 metri di profondità nella Cala degli Inglesi (nelle acque di Portofino), al confronto, sono semplici bruscolini. Perché la scoperta di un gruppo di sommozzatori al largo delle isole Aland, nel mar Baltico, ha qualcosa di straordinario. Nel relitto di un’imbarcazione, a 55 metri di profondità, lo scorso 6 luglio, hanno recuperato 30 bottiglie di Champagne. Sul tappo, il simbolo di un’ancora. Ad utilizzare quel marchio, prima del 1789, era la Veuve Clicquot. E visto che la produzione di Champagne questa casa la iniziò nel 1772 (con le prime bottiglie in commercio una decina di anni dopo), è facile datare le bottiglie rinvenute: tra il 1780 e il 1789. Sono le bottiglie di Champagne più vecchie al mondo, una quarantina d’anni più anziane del Perrier-Jouet del 1825 considerato fino ad oggi lo Champagne più antico ancora bevibile.

L’enologa Ella Grussner Cromwell-Morgan, che ha avuto la fortuna di assaggiare il vino lo ha descritto così: «Il suo colore è oro ambrato. Il profumo è molto intenso, con note di tabacco, ma anche di uva e di frutti bianchi, di rovere e idromele. Il boccato è veramente sorprendente, molto zuccherino ma allo stesso tempo con la giusta acidità. Lo si spiega con il fatto che a quel tempo lo Champagne era molto meno secco di oggi perché non si riusciva a gestire bene il processo di fermentazione».

Se nel (breve) futuro si farà un’asta per le 30 bottiglie, c’è da giurarlo, si raggiungeranno cifre spropositate. Facciamo una colletta per accapparrarci una bottiglia a 50-60 mila euro, o ripieghiamo su una bottiglia di Piero Lugano, in vendita a 35-40 euro?

(Nella foto, una bottiglia di Perrier-Jouet del 1825, stappata l’anno scorso in occasione di una mirabolante verticale di Champagne: 1825, 1846, 1858, 1874, 1892, 1906, 1911, 1928, 1952, 1955, 1959, 1964, 1971, 1975, 1976, 1982, 1985, 1995, 1996, 2002).


Autore

Alessandro Ricci

Sotto i 40 (anni), sopra i 90 (kg), 3 figlie da scarrozzare. Si occupa di enogastronomia su carta e web. Genoano all’anagrafe, nel sangue scorrono 7/10 di Liguria, 2/10 di Piemonte e 1/10 di Toscana. Ha nella barbera il suo vino prediletto e come ultima bevuta della vita un Hemingway da Bolla.

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