A Dolceacqua il Rossese in mostra

da | Mag 18, 2010

Per decidere di trascorrerre un weekend a Dolceacqua non si ha bisogno di troppe motivazioni. Dolceacqua è già una motivazione più che sufficiente. E’ un paese bellissimo, con il ponte amato da Monet che si inarca sul Nervia e il borgo che, come il vestito di una donna, si allarga e scende dal castello posto sulla cima del collina. E poi è la terra del Rossese, un vino che si adatta bene alla cucina ligure, buono per accompagnare molti piatti di terra ma anche alcuni di mare. Ed è proprio al Rossese che la Comunità Montana Intemelia dedica, sabato 29 e domenica 30 maggio, una grande manifestazione.

Si chiama “I tesori della Riviera dei Fiori”, giunge all’ottava edizione, e mette in vetrina vino, olio extravergine di oliva Taggiasca e i prodotti del territorio, dai carciofi di Perinaldo e i fagioli di Pigna, fino alla castagna dell’Alta Val Nervia. E poi il Turtun di Castelvittorio, la Michetta di Dolceacqua, le Cubaite di Isolabona, i Biscotelli di Bordighera e la Castagnola di Ventimiglia, tutti prodotti  De.Co. (denominazione comunale).

Il via sarà dato sabato 29 maggio, alle ore 16.30, nella suggestiva cornice del Castello dei Doria, con la presentazione del “Caveau del Rossese di Dolceacqua: la memoria in bottiglia”, un progetto ideato e sviluppato dall’Associazione “Vigne Storiche” e promosso dal Comune di Dolceacqua. Alle ore 17 si terrà il Wine Tasting sul  Rossese di Dolceacqua e sui vini rossi del territorio  condotto dai giornalisti enogastronomici Paolo Massobrio e Marco Gatti. Domenica mattina, nel borgo, saranno allestiti banchi d’assaggio dei produttori di Rossese di Dolceacqua e si terrà un mercatino biologico di prodotti locali (in piazza Garibaldi e piazza Mauro).
Domenica saranno anche premiati i vincitori del “X Concorso Olio Extravergine d’Oliva Taggiasca” riservato alle aziende del Ponente ligure. E per gli amanti dei motori, si svolgerà la Ronde del Rossese, rally organizzato dall’Automobile Club Sanremo, che si snoda su un tracciato di 10 chilometri, immerso tra le vigne e gli ulivi di Dolceacqua, ripercorrendo una delle prove del “Sanremo” degli anni ’70.

Noi ci saremo, e aspettiamo con trepidazione il wine tasting. Per quelli che vorranno seguirci, diamo solo qualche indicazione mangereccia da non perdere.
A Isolabona ci sono due agriturismi veri: U Cian (via Roma, 271 • tel. 0184208143) e La Molinella (via Aldo Moro, 10 • tel. 0184208163). Due piatti i da goduria di questa zona: il barbagiuai, che è un raviolo di zucca su fondo di bruzzo, ovvero ricotta acida, e il brandacujun, che è baccalà con patate amalgamato assieme, un piatto esaltato dall’extravergine locale.
Ad Apricale, altro borgo meraviglioso, spicca la tavola del sommo Delio (piazza Vittorio Veneto, 9 – tel. 0184208008), con il suo stufatino di capra con gli straordinari fagioli di Pigna, Badalucco e Conio. Ma su questo blog abbiamo già parlato anche della Capanna da Bacì e della strana storia del camufalo. Ad Apricale sono da provare anche le birre del Piccolo Birrificio (via IX Novembre, 20 • tel. 0184209022): la Nüa, una birra “cruda”, non pastorizzata, la Seson (con chinotto di Savona e spezie), la Sesonette e la Chiostro, a base di assenzio e lievito trappista.
Infine, Dolceacqua, il paese della Michetta, un dolce che richiama alla memoria lo jus primae noctis medievale. Lo si può acquistare all’Alimentari Francesca (salita San Sebastiano, 8 – tel. 0184206044). Un buon locale è l’Osteria dell’acqua dolce…Quelli che il tempo ritrovato (via Patrioti Martiri, 33 • tel. 0184205032). Un nome lunghissimo per una tavola espressione del ponente ligure: brandacujun, gnocchi di patate al pesto e fagiolini, coniglio al Rossese e olive Taggiasche e la Taccunaà, tipica crostata di Dolceacqua.

Autore

Alessandro Ricci

Sotto i 40 (anni), sopra i 90 (kg), 3 figlie da scarrozzare. Si occupa di enogastronomia su carta e web. Genoano all’anagrafe, nel sangue scorrono 7/10 di Liguria, 2/10 di Piemonte e 1/10 di Toscana. Ha nella barbera il suo vino prediletto e come ultima bevuta della vita un Hemingway da Bolla.

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