Giudice a Birra dell’Anno 2012

da | Mar 2, 2012

Questa è la mia seconda esperienza come giudice a Birra dell’Anno, il concorso organizzato dall’Associazione Unionbirrai che premia le migliori produzioni di birre artigianali italiane.
L’anno scorso ero la “matricola” ed ero stato inserito assieme ad alcuni compagni di giuria che per me sono un punto di riferimento: come prima volta giudicare le birre confrontandosi con questi guru può intimorire un pochino! Anche quest’anno ho avuto l’onore di essere chiamato assieme ad altri 32 giudici e di potermi sedere al tavolo con Derek Walsh, Evan Rail, Sara Colombera, Anna Managò, Mirco Iacovino e Simone Cantoni, persone di gran cultura ed esperienza birraria.

L’impegno che c’è dietro a questa manifestazione è sempre grande, sia per l’organizzazione di Unionbirrai – eccelsa anche quest’anno: gestire 448 birre in 20 categorie non è per nulla uno scherzo! – che per l’ottimo il servizio ai tavoli gestito dalla scuola alberghiera Fomal.
Delle 448 birre ho assaggiato 95 birre di 8 categorie e devo dire che l’impegno è notevole, soprattutto per la fatica mentale che comportano l’altissima concentrazione e la serietà richieste. Certo, a parte la fatica, assaggiare tutti questi campioni di birra è davvero una fortuna, soprattutto per l’esperienza formativa di poter confrontare le proprie opinioni con giudici che partecipano anche a concorsi di livello internazionale.
Un aspetto interessante – che molti faticano a credere – è che degustare così tante birre diverse non dà ebrezza, anzi, alla fine di ogni sessione ci si alzava belli lucidi e carichi per affrontare la categoria successiva.

Le categorie più interessanti e difficoltose che abbiamo dovuto affrontare quest’anno sono state “Alta fermentazione, alto grado alcolico di ispirazione angloamericana” e “Scure, alta e bassa fermentazione, alto grado alcolico di ispirazione angloamericana”.
Entrambe presentano una bella dose di alcol, arrivando fino a 11% alc. e una grande complessità olfattiva e gustativa. La prima categoria ha richiesto molta concentrazione per l’intenso aroma dato dai luppoli americani, la seconda è stata altrettanto impegnativa per l’inevitabile “asfaltazione” delle papille dovuta ai malti torrefatti.
Malgrado tutto il livello delle birre è risultato mediocre, come si evince dalla mancata assegnazione della medaglia d’oro nella categoria col maggior numero di birre (“Alta fermentazione, alto grado alcolico di ispirazione angloamericana”). Decisione presa all’unanimità per sottolineare come nonostante il largo utilizzo di luppoli americani, molto aromatici e profumati, in troppe birre ci fossero gravi difetti a livello organolettico. 
A proposito di questa categoria mi vorrei complimentare con i ragazzi di Bad Attidude che hanno ricevuto la medaglia d’argento con la Dude, un’ottima birra in stile americano che mi ha ricordato l’Arrogant Bastard Ale.

Ho inoltre bevuto delle ottime basse fermentazioni chiare di ispirazione tedesca e delle squisite weizen, quest’ultima a mio avviso una categoria piuttosto difficile da produrre e da gestire in fermentazione, dai classici profumi di banana e chiodo di garofano (e solamente una con il difetto del diacetile).
Molto scadente ho trovato la categoria delle birre speziate, della serie che ormai i birrai corrono alla ricerca del ‘o famo strano con spezie assurde, brassando delle bevande quasi al limite del bevibile senza alcun equilibrio olfattivo e gustativo.
Voglio infine complimentarmi con due amici che sono entrati a far parte del mondo dei professionisti, Carlo e Francesco del neo-Birrificio del Forte, che hanno portato a casa due medeglie d’argento con la 2 Cilindri e la Gassa d’Amante.

Nota dolente per Sapore 2012. La fiera quest’anno è stata ancora più deludente e ridotta di padiglioni; gli unici spazi che ho trovato interessanti sono stati quello del vino, con buoni prodotti, e quello della birra, con il solito spazio dedicato ai birrai italiani e uno stand Interbrau meno faraonico e parco-dei-divertimenti, ma più adatto e con spazi dedicati ad ogni singolo birrificio che commerciano.

Autore

Daniele Merli

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