Voltalacarta, Genova

da | Feb 3, 2011

Diciamolo subito: questo è un locale in ascesa nella nostra classifica dei postidovevalelapenamangiare a Genova. Ma non lo troverete nelle principali guide ai ristoranti: la (relativa) recente apertura (2008) forse ne giustifica l’assenza, considerando quanto le guide cartacee siano affette da un certo bradipismo nel recepire le novità (se la nuova apertura non riguarda chef già famosi).

Ma il Voltalacarta ha tutte le carte in regola per diventare un punto saldo nella ristorazione genovese. E’ in centro (via Assarotti). E’ accogliente, nei suoi 30 coperti apparecchiati con cura. Punta molto sulle serate a tema (dai prezzi contenuti, attorno ai 35 euro), ma strizza l’occhio anche ai pranzi di lavoro, con la proposta di un piatto unico (con cinque assaggi a 15 euro, coperto e acqua compresi). E’ un posto dove l’ospite viene coccolato. E, soprattutto, dove si mangia bene.

Stefania Cortigiano (in sala) e Maurizio Pinto (in cucina) provengono dalla scuola dei catering. Le tracce sono evidenti, nella gradevole serie di finger food iniziali, che però ricorderete meno dei diversi tipi di pane e dei grissini fatti in casa, davvero goduriosi.

Il menu (c’è un’interessante degustazione a 40 euro, con 5 portate) è cadenzato sul pesce, ma non disdegna la carne. Ricordo l’ottima insalatina di totanetti al timo con ciuffi croccanti su verdure primavera, i tagliolini artigianali con ragù di mare e gamberi alla Vernaccia di Oristano, lo spiedone con bianco di pesce e crostacei gratinati alle erbette. Col caffè c’è la (buona) piccola pasticceria. Dopo, una bella scelta di distillati.
Per un giro completo di menu, si oscilla attorno ai 60 euro. Consigliato per pranzi di lavoro o cene de core.

Voltalacarta

Indirizzo: via Assarotti 60
Telefono: 010 8312046
Giorno di chiusura: domenica
www.voltalacartagenova.it

Autore

Alessandro Ricci

Sotto i 40 (anni), sopra i 90 (kg), 3 figlie da scarrozzare. Si occupa di enogastronomia su carta e web. Genoano all’anagrafe, nel sangue scorrono 7/10 di Liguria, 2/10 di Piemonte e 1/10 di Toscana. Ha nella barbera il suo vino prediletto e come ultima bevuta della vita un Hemingway da Bolla.

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