Stop, capolinea. Terroirvino 2016 non ci sarà. Dopo dieci anni entusiasmanti Genova e la Liguria perdono uno degli appuntamenti del vino più belli e attesi: lo ha annunciato Filippo Ronco con un post su Vinix.
TerroirVino è nato 11 anni fa nelle sale del ristorante La Brinca di Ne (…). A quei tempi l’evento si chiamava TigullioVino Meeting, io avevo appena compiuto 30 anni e non ero ancora sposato. Ricordo quella prima edizione con trasporto, una trentina di espositori, vini buonissimi, tanti amici e vagoni di ravioli distribuiti ovunque, dentro e fuori al ristorante, perfino sui prati delle fasce circostanti, il tutto fino a tarda notte con un profluvio di energie semplicemente mostruoso (…).
Negli undici anni successivi, tra Excelsior Palace a Rapallo, Palazzo Ducale e Magazzini del Cotone a Genova per finire nella sontuosa Villa Lo Zerbino, sono cambiate molte cose.
Filippo le elenca: l’aumento delle fiere enoiche e l’arrivo del fenomeno “naturalista”, soprattutto, con il nascere di appuntamenti dedicati, mettici anche la crisi. TerroirVino da questo punto di vista è rimasta una fiera “old style”, seppur fortemente ancorata alla qualità sia dei vini (le cantine partecipanti sono selezionate da un panel di degustatori) che della location (ricordiamo tutti con gli occhi a cuore gli appuntamenti ai Magazzini del Cotone: aria condizionata, parcheggio, vista mare e smangini a profusione).
Il vero motivo è che devi avere le forze, l’energia, l’ardire di riprovarci anno dopo anno e quest’anno, sinceramente, non lo avevo (…).
L’edizione di Villa Lo Zerbino del 2015, una sorta di saluto in grande stile (…), è stato il momento in cui ho capito che ero stanco di portare avanti una cosa così grande e impegnativa da solo (…). L’arrivo di Vinix Grassroots Market (#vgm) nel 2013 ha reso la necessità di fare una scelta precisa questione improcastinabile.
Questo è stato il grande pregio e al tempo stesso il grande limite di TerroirVino: era tutto il frutto della fatica di una persona. Le classiche eccellenze liguri, nate dalla tigna e dalla passione, insomma. Esaurita (in tutti i sensi) l’energia del patròn, tutto scompare.
Abbiamo discusso diverse volte con Filippo, che è uno degli amici più cari che la rete e questo blog ci abbiano portato in dono, indicandogli anche i nostri dubbi e quelle che secondo noi erano le cose che sarebbero potute migliorare. Probabilmente non sarebbe cambiato niente, evidentemente l’agonizzante Genova non è un mercato adatto per una fiera fatta come era fatta TerroirVino.
Restano sul tappeto diverse considerazioni (andatele a leggere su Vinix) e il fatto che la città perde l’ennesima occasione. Perché una cosa è chiara, non è una sconfitta di Filippo Ronco, è una sconfitta di tutti.
Addio TerroirVino, e grazie per tutto il pesce.
Ciao ragazzi e grazie per lo spazio che avete dato a questa notizia. Anche per me l’incontro con voi è stato splendido, ho trovato amici veri che annovero nella ristrettissima cerchia che un ligure doc consente (molto più ristretta dei 5000 amici che consente zuckerberg, per intenderci). Probabilmente ho sbagliato molte cose e sicuramente il difetto più grande di terroirvino è stato quello che avete giustamente evidenziato, quello di essere un one man band show, alle volte però questo essere one man band show è una condizione in cui ti ritrovi non è che la scegli, anzi. In tutte le cose che ho portato avanti e che porto avanti anche ora, là dove mi è stato possibile, ho sempre cercato di dare lavoro, coinvolgere, portare qualcosa di buono anche a tutte le persone che stimo e con cui adoro lavorare e collaborare. Qualche volta è stato più facile qualche volta meno. Ora con Vinix per esempio è un periodo in cui sto provando sempre di più a coinvolgere e ampliare il gruppo di lavoro ma sono cose che fai finché hai le possibilità per farlo altre volte – molto più spesso – ti devi arrangiare.
Comunque non credo sia una sconfitta per nessuno.
Le cose iniziano e finiscono, è prezioso che ci portiamo tutti dentro il ricordo di 11 edizioni di splendore, qualcuna sarà andata meglio, qualcuna peggio ma mi pare che tutte abbiano avuto un’anima che poi è l’importante. Noi liguri, figuriamoci noi dei pesci, siamo fatti così, siamo in grado di spegnere una cosa dall’oggi al domani solo perché ci gira, un po’ come quando ho smesso di fumare (più o meno, via). E’ stata una cosa bella con un percorso bello ma ora ce n’è un’altra, Vinix, che mi assorbe completamente e in cui ho riposto le speranze per il futuro non solo mio ma anche della mia famiglia. Speriamo di fare meno errori, di ascoltare di più e meglio, di crescere e di essere cresciuti.
Un grande abbraccio.
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