Mercoledì sera ero in un wine bar del ponente genovese. Un locale che al mattino è proprio bar, a pranzo offre piatti a prezzi decisamente vantaggiosi e che dal tardo pomeriggio declina in wine, con l’accompagnamento di formaggi e qualche piatto di carne in carta. Pur non essendo in una zona particolarmente fortunata, e senza essere un locale figherrimo dal punto di vista architettonico, funziona bene e ha saputo crearsi il suo giro, con una carta dei vini ricca ma soprattutto intelligente, proposti a prezzi corretti. Il merito, certo, sta nella competenza del proprietario. Che però ora vorrebbe lanciarsi in qualcosa di diverso, poco bar e tanto vino, legato ad una proposta gastronomica più rilevante. Insomma, è alla ricerca di un locale nuovo, a ponente o in centro, capace di colmare un buco nell’offerta genovese. Direte, ci vuole poco: l’offerta genovese, in fatto di wine-bar o locali alternativi, praticamente non esiste. E allora, visto che siamo noi a vivere la città, a cercare posti che siano aderenti alle nostre aspettative, proviamo ad immaginare il locale che non c’è. Quello dei nostri sogni. Ecco, ora costruisco il mio.
COLLOCAZIONE
Urge un comodo e tranquillo spazio esterno, dove poter bere (e mangiare) nella bella stagione. All’interno deve predominare il vino, alle pareti, nei complementi di arredo. Ci sta sempre bene un bel bancone, quello delle fine serate o dei clienti affezionati.
CLIENTELA
Variegata. Popolare, nel senso che ci trovi di tutto. Sono i posti più divertenti, più vivi: quelli che riescono a far sentire ognuno al posto giusto.
CARTA DEI VINI
Può non essere monumentale, anzi. Ma deve ruotare ciclicamente ed essere orientata su vini dal buon rapporto qualità/prezzo. E’ in questo che si vede il manico dell’oste. Tante bottiglie tra i 15 e i 30 euro (e tutte proposte anche al bicchiere), e poi qualche sfizio, da togliersi ogni tanto.
CUCINA
Si cerchi un tema, e lo si porti (bene) fino in fondo. Carne? E allora quattro cinque tagli, ottima qualità (che a Genova è tanto difficile trovare della carne buona…), cotture giuste. E poi selezione di formaggi e salumi, abolendo d’emblée i taglieri insulsi di prodotti da supermercato (anche negli stuzzichini…). Cucina territoriale? Due antipasti – tre primi – tre secondi, ben fatti, che non si stoppi al confine genovese, ma proponga ricette delle due Riviere e anche del vicino Piemonte. E poi, cucina aperta fino alle 22.30.
EXTRA
Un gran cioccolato, con un bel distillato. Verticali o orizzontali ben pensate (una verticale è la degustazione dello stesso vino di annate differenti, un’orizzontale è la degustazione di una tipologia di vino, stessa annata ma produttori diversi). Oppure, serate di degustazione alla cieca. Qualche buona birra.
Infine, ecco qualche locale visto in giro che vorrei a Genova:
• Vecchio Mulino – Castelnuovo Garfagnana
• Settembrini Caffè – Roma
• Enoteca della Valpolicella – Fumane
• Enoteca Re – Dolceacqua
• Casa del Vino della Vallagarina – Isera
• Slurp – Torino
• Cantina del Rondò – Neive
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E mi sono dimenticato un aspetto fondamentale: il servizio. Informale, competente, col sorriso. Astenersi osti mugugnoni!
Osteria dei Farinelli, in salita del Prione, non male: http://www.osteriadeifarinelli.com/
a parte il dehors, il resto corrisponde abbastanza.
vorrei segnalare un altro bel localino a ponente, che spesso tendiamo a dimenticare….
Bar Gero,…. un frizzantinooo da brividiii!
Soprattutto cucina aperta fino alle 22.30 direi…quando sarò Torinese proverò lo Slurp…grazie per l'informazione…
Per chi passa da Alessandria segnalo il Quarantuno (c.so Cavallotti) che offre un menù di qualità a un prezzo sicuramente abbordabile.
Poi una piccola polemica: possibile che nei wine bar la stessa attenzione dedicata ai vini manchi per salumi e prosciutti? o meglio: quanti sono i locali che hanno una "carta dei prosciutti e dei salumi"? per un cliente come me quello farebbe la differenza.
Bella idea la carta dei salumi e dei prosciutti! Ci aggiungerei anche una carta dei formaggi.
Regalo a chi le vuole due idee.
Una esiste già, l'ho trovata in un bar di Berlino. È la "carta delle colazioni". Ne cito due, che ricordo:
– Colazione esistenzialista: caffè nero lungo, sigaretta arrotolata a mano, un libro a caso di sartre
– Colazione dopo sbronza: succo d'arancia, espresso, doppia brioche e aspirina
E via così, inventando "pacchetti colazione" tra il serio e il faceto. Potremmo metterci la Colazione nazionalpopolare: cappuccino, brioche, Gazzetta dello sport e musica di gigidalessio.
L'altra non so se esiste già, ma eccola: la "carta dei vini emozionale".
Che cos'è? è una carta che parte da come ti senti e arriva al vino da proporti. E' ovviamente un gioco. Immaginiamo tipo un percorso a piramide che parte dalla cuspide: "di che umore sei?" buono-cattivo. E via così, se sei di buon'umore ti chiedo chessò, se sei innamorato sì/no e avanti di domanda in domanda fino a proporti il vino giusto.
Lo stesso concetto si può applicare più "seriamente" ai gusti. Si comincia con un "preferisci bianco o rosso" e via così, "profumato o no", secco, amabile e tutto quello che si può mettere fino ad arrivare alla base della piramide dove ci sono i vini.
Questa sarebbe poi la maieutica che ogni buon oste e barman dovrebbe conoscere e applicare al bancone, si tratta solo di buttarla su carta, che qualche volta non è detto che ci siano clienti che non amano interloquire.
Regalo entrambe le idee, ma citate che sono di Papille! (vabbè, una l'abbiamo rubata, ma tanto mica farete i menù in tedesco, no?)
Il Taggiou? Il Tiflis? Il Nouvelle Vague?