Guardo questa foto con un po’ di invidia. Il Bayern Monaco – una delle squadre di calcio più forti del mondo, emblema bavarese per eccellenza e proiezione sportiva della potenza economica tedesca – posa per la tradizionale fotografia in perfetta tenuta da Oktoberfest per uno dei propri sponsor, la birra Paulaner.
A parte quel quid di meravigliosamente cazzaro che tale situazione comporta per noi italiani abituati a vivere il calcio come una jihad;
a parte che non sfugge a nessuno che in questa foto si incontrano a fini puramente pecuniari due colossi dal faraonico fatturato, raffigurando 28 multimilionari probabilmente astemi (“ich trinken keinen alkohol”, dice Boateng in questo video) (anche se con quella faccia da contadino bavarese secondo me Schweinsteiger trinca alla grande, di nascosto);
a parte che vanno fatti tutti i debiti distinguo che si possono fare, dal semplice fatto che dopo Cirio e Barilla dei bei tempi andati non ricordo grandi squadre di calcio sponsorizzate da grandi industrie alimentari, fino alla difficoltà di trovare un’identificazione squadra=città=prodotto potente come l’equazione Bayern=Monaco=birra;
a parte che evidentemente i dirigenti del Bayern fanno firmare contratti teutonicamente precisi in cui il calciatore che magari ha come sponsor privato la birra Moretti tace e si mette in posa per la Paulaner (mai visto uno spot della Ferrero – che pure sponsorizza la Nazionale ed è celeberrima nel mondo con la Nutella – con tutti i calciatori a disposizione);
a parte tutti questi “a parte”, quindi: ma è possibile che in un paese come il nostro, che vive di calcio e che fa del Made in Italy alimentare un pilastro della propria economia, a nessuno sia venuto in mente di fare un product placement mondialmente efficace come quello del Bayern?