Contro le sale slot machine non bastano i discorsi, ci vogliono le bombe!

da | Feb 15, 2013

Fino a qualche tempo fa erano i cinesi ad accaparrarsi ogni locale commerciale lasciato in disuso. Negli ultimi due anni, a fronte di una grandinata di serrande abbassate, sono arrivati al rimpiazzo (almeno qui a Genova) quasi esclusivamente due tipologie di locale: i centri di massaggio orientali e le sale slot machine. Entrambe le attività puzzano loscaggine lontano un miglio. Ma in una (difficile) classifica del peggio, a mio parere, senza dubbio, vincono le sale slot machine.

Sono spuntate ovunque: in buchi di due metri per due di viuzze anonime, negli spazi ampi di passati autosaloni, nei locali delle meglio vie della città. Tutte identiche tra loro: vetri oscurati, luci al neon e il loro carico di eldoradi virtuali.
Nel frattempo, una sequela impressionante di attività commerciali – quella serie di attività commerciali che costituiscono il tessuto di una città- è stata spazzata via dalla crisi: negozi a modo o squinternati, botteghe storiche o recenti, negozi di cibo o di arredo, bar o librerie.

Ritrovo nella città la malattia di mia nonna, sconfitta da un alzheimer decennale. Vedo il suo tessuto piegato da un alzheimer sociale. Tessere (ricordi) che scompaiono uno a uno, lasciando al loro posto un vuoto fintamente rimpiazzato. Tessera dopo tessera scompare quel filo connettivo che identifica un luogo. E quando scompare, scompare per sempre. E non bastano cinque, dieci o vent’anni per ricostruire un’identità (diversa da quella perduta, ovviamente, ma pur sempre un’identità).

BISOGNA INCENTIVARE LA RESISTENZA DI CERTE BOTTEGHE!
È compito degli enti, è compito delle associazioni, è compito mio. Non so come. Ma è necessario fare qualcosa, e che non sia solo una targa in finta pergamena, una stretta di mano e una repentina giravolta di spalle. Qualcosa che sorregga realmente e con forza lo scheletro e la memoria della città. Oppure rassegniamoci a vivere in una anonima landa dell’everywhere priva di coordinate storiche, sociali, culturali e territoriali. Plastica, massaggi e slot machine.

P.S: Ci sono altre due attività salite alla ribalta: i locali che ospitano distributori automatici di cibo e bevande (sarà oggetto di altro post) e i negozi di sigarette elettroniche (spero che muoiano prima del prossimo post).

AGGIORNAMENTO 1
 Domani sera, venerdì 1 marzo, a Genova Pegli inaugura una nuova sala slot machine, la più grande di Genova. Madrina d’onore sarà Nicole Minetti. Sì, Nicole Minetti, che occhieggia dall’invito con le sue tette rifatte. Nel tardo pomeriggio davanti al locale ci sarà una manifestazione di protesta indetta da Don Gallo e la Comunità di San Benedetto al Porto. Sosteniamola!

AGGIORNAMENTO 2
• Segnalo questo sito: www.senzaslot.it ideato da due informatici di Pavia, una città che, come scrivono sul sito, ha 1 slot machine ogni 10 abitanti. Il sito vuole essere una mappa in continuo aggiornamento dei bar senza slot. Bella iniziativa!

Autore

Alessandro Ricci

Sotto i 40 (anni), sopra i 90 (kg), 3 figlie da scarrozzare. Si occupa di enogastronomia su carta e web. Genoano all’anagrafe, nel sangue scorrono 7/10 di Liguria, 2/10 di Piemonte e 1/10 di Toscana. Ha nella barbera il suo vino prediletto e come ultima bevuta della vita un Hemingway da Bolla.

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