Villa Tiboldi se ne sta a mezza collina, attorniata da un anfiteatro di vigne. È una casa ampia, un cammeo di mattoni e legno, di eleganza misurata: un insieme di particolari ricercati mai urlati, ma raccolti in un ideale di buon gusto assoluto. Arrivandoci in piena estate, è il verde delle vigne a predominare la tavolozza cromatica, dove trovano spazio i viola cangianti delle surfinie, il grigio giallo del selciato, il beige tenue del tovagliato. Nel dehors, si respira una quiete senza pari.
Siamo in piero Roero, a Canale d’Alba, culla di quel Davide Palluda che, con la sua All’Enoteca, ha regalato per primo un volto gourmet a questo territorio, arricchito oggi da alcuni ristoranti eccellenti, nobili vini e prodotti gastronomici super: è il Piemonte, bellezza.
Villa Tiboldi è il ristorante della cantina Malvirà. A condurre la cucina è Alberto Macario, con l’ausilio di Andrea Ferrucci, mentre in sala Stefano Campaniello guida uno staff impeccabile e premuroso, professionalmente informale.
La cucina trasuda Piemonte e Roero, e si concede giocate di alto livello, particolari finissimi. In questi posti, in questa terra, dove i turisti stranieri sono il motore dell’intero giocattolo, non possono mai mancare la battuta di fassone al coltello, il vitello tonnato, gli agnolotti del plin (qui, elaborati impeccabilmente per materia prima ed esecuzione).
È come nei tuffi: è il programma obbligatorio che mette alla prova tutti sulle stesse difficoltà. Ma è nei piatti individuali, a mano libera, che si annidano i colpi migliori.
Partiamo dai menu, vantaggiosissimi: c’è il Tradizione a 40 euro (55 con tre vini in abbinamento) e il Degustazione a 46 (65 con quattro vini). Altrimenti, alla carta, per quattro piatti si spendono 58 euro (antipasti e primi 14 euro, secondi 19, dolci 11), e il coperto non si paga.
Assaggiato pane e grissini, apprezzata la battuta al coltello di fassone e le convincenti acciughe dorate con salsa verde e patate scottate, il primo oh! della serata lo strappa la trota confit peperone cetriolo e anguria, dove la cottura spettacolare della trota si esalta con la crema di cetriolo, la gelatina di anguria in piccole sfere e i sottilissimi veli di peperone leggermente acetati. Le tagliatelle rosse con verdure estive mantengono alta la soglia del piacere, per un piatto estremamente gustoso, impreziosito da semi di sesamo tostati che non donano solo texture ma anche rotondità complessiva. Il vitello fassone cotto rosa con fiori di zucca e cipollotto e il maialino da latte croccante crema di peperoni e fagiolini raccontano ancora di una cucina dalla mano felice e appagante, di cotture precise e di materie prime ineccepibili. Ci si affoga ancora nel tortino caldo al gianduia zenzero e sorbetto al lampone o nella mousse di nocciola Tonda Gentile cuore morbido di liquirizia e latte di cocco, prima del caffè e della piccola pasticceria finale.
La carta dei vini è ampia, percorre Roero, Langhe e Piemonte e comprende, ovviamente, tutta la produzione Malvirà. Affidandosi al percorso guidato, si sta bene.