Partiamo da un presupposto: andare a Firenze e non assaggiare il lampredotto è come andare nella cantina di Giuseppe Rinaldi e bersi un’acqua tonica (Capossela direbbe: “l’orrore! L’orrore!”). Delittuoso privarsi del profondo piacere di assaggiare un bel panino col lampredotto da uno dei tanti lampredottai ambulanti (il buon Nepi consiglia quello di Sant’Ambrogio, in via de’ Macci, davanti al Cibreo). Ma se si vuole concedere alla mistica del quinto quarto più tempo (e più comodità), c’è da segnarsi un nome, e un indirizzo: Osteria Tripperia Il Magazzino, piazza della Passera.
La piazzetta è a poca distanza da Ponte Vecchio, eppure al riparo dalle orde di turisti. L’osteria è accogliente, semplice, ma non sciatta e ha il pregio di essere aperta anche la domenica sera. Il titolare, Luca Cai, è cortese anfitrione, e sa far viaggiar spedito il locale anche se affollato. Nel menu, trippa e lampredotto, lampredotto e trippa, con qualche piatto di soccorso, nel caso si voglia sconfinare da omaso e abomaso.
Si può cominciare con le polpettine di lampredotto, o con i totani di bosco e pomodoro fresco, ovvero, trippa fritta accompagnata da una dadolata di pomodoro fresco (buona, anche se il pomodoro finisce per bagnare il fritto appesantendolo un poco). Di soccorso, ma non di ripiego, ecco lo sformatino di asparagi e pecorino. La Chitarra del trippaio (spaghetti alla chitarra con ragù di lampredotto) è piatto ricco, azzeccato; le linguine al pesto di baccelli e pecorino adeguata controscelta. Da provare anche i ravioli di lampredotto con cipolla di Tropea. E poi ancora, secondi che possono essere benissimo piatti unici, come la trippa alla fiorentina, o il lampredotto bollito. Discreto pure il tonno di coniglio e bruschette di verdure. In chiusura, cantucci e vin santo, o torte casalinghe. Cucina solida, di sostanza, a prezzi ragionevoli (trenta euro per quattro piatti, bevande escluse). Chianti nel bicchiere, ovviamente.
ci sono stato! ho mangiato: palpettine di lampredotto – chiocciole al fegatino toscano – sfoglia alle mele. Il tutto con pane ovviamente toscano e un bel Chianti!Buon ristorante e ottima collocazione, lontano dal casino del centro ma a due minuti da Ponte Vecchio!
Bravi Papilli!
Si cibo ottimo, vino con proposte valide ma personale di sala veramente scostante, assente, per niente coinvolgente sia con i turisti sia con chi come me del luogo …. nessuno scambio di consigli, pareri, opinioni, gusti, esperienze …. portano in tavola, passano mille volte davanti al tavolo e tu sei lì con il piatto vuoto davanti …. la ristorazione è un’arte non solo in cucina, chi si siede al tuo tavolo deve sentirsi considerato in tutto e per tutto …. peccato perchè le proposte del menù sono interessanti …